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mercoledì 7 maggio 2008

Spazzatura e TV o TV spazzatura?

Le conseguenze di un pronunciamento sfavorevole della Corte di giustizia europea, sulla questione rifiuti italiana, ha avuto ampio eco sui media sia per i danni di immagine che alla quantificazione delle sanzioni economiche. Peccato che tale pronunciamento sia ad oggi aleatorio e tutto da venire. Ciò nonostante tutti sembrano preoccuparsi per un rischio possibile, ma non certo. La cui entità è ancora tutta da stabilire.

Probabilmente la situazione non è peggiore che in altri momenti del passato recente e non solo. Quello che incide, oltre alla strumentalizzazione politica del problema, sono le pulsioni per alcune scelte strategiche per il paese. Una tra tutte è la pretesa di risolvere il problema attraverso la costruzione di quelli che oggi sono noti come termovalorizzatori ma, fino a ieri col nome meno altisonante di inceneritori. Infatti la diatriba tra coloro che sostengono questa linea e quanti invece auspicano un maggiore impulso ad una più efficiente ed efficace raccolta differenziata ed una conseguente realizzazione di discariche eco-compatibili che di fatto dovrebbero accogliere solo sostanze biodegradabili a basso impatto ambientale. Quest’ultima soluzione, infatti, trova giustificazione nella rischio, concreto, a detta di molti che i residui della combustione indistinta dei rifiuti, non solo non raggiunga una adeguata efficienza del bilancio energetico ai fini della produzione di energia, ma esponga anche a considerevoli rischi di inquinamento dannoso per l’organismo umano, a causa dell’emissione di nano-polveri.

Certamente gli interessi economici che spingono verso la costruzione di termovalorizzatori non sono di poco conto. Forse da questo nasce la necessità di tenere alta la soglia di allarme ed urgenza.

Dimostrazione ne è il fatto che le sirene che suonano per la sentenza dell’Unione europea in tema di rifiuti non ancora sopraggiunta, non altrettanto suonano per un’altra sentenza della Corte di giustizia europea che condanna l’Italia per la questione della mancata concessione delle frequenze, occupate da Rete 4, ad Europa 7. Per la quale, in mancanza di una sua ottemperanza,a partire del 2006 dovranno essere corrisposti 300.000 euro al giorno (ad oggi sarebbero circa 50 milioni di euro). Senza contare che ieri (06/05/2008) ha avuto luogo anche l’udienza presso il Consiglio di stato che vedeva contrapposto il Governo al patron di Europa 7, Francesco Di Stefano. Precisando che, in caso di soccombenza del primo, le casse statali dovranno pagare dai 2 ai 3 miliardi di euro. In pratica l’occupazione abusiva (perché lo dicono ormai diverse sentenze dell’ U.E. e italiane) della terza rete Mediaset, potrebbe essere sovvenzionata grazie alle tasse dei contribuenti.

A fronte di tutto ciò ancora una volta il nostro sistema mediatico decide di sorvolare su un fatto dannoso, attuale e concreto come le incongruenze del nostro sistema radiotelevisivo, preferendo lanciare allarmi su presunti strali provenienti da Bruxelles. La quale, per inciso ed a detta di diversi giornalisti, sembra afflitta da una grave forma di schizofrenia per cui in certi casi sembra essere, a seconda delle convenienze di alcuni, luce e guida in eludibile per il nostro paese, ed altre volte, semplice elemento ostativo allo sviluppo del sistema Italia.

http://www.fainotizia.it/

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