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COMITATO PER IL RICONOSCIMENTO DEI DIRITTI COSTITUZIONALI AI MILITARI
Perchè una Democrazia non può dirsi compiuta se non è stata capace di estendere tutte le sue regole e garanzie, fino in fondo a tutti i cittadini, anche quelli in divisa.

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lunedì 30 marzo 2009

In Italia non vedremo mai le telenovelas!

Ricordo ancora un Grillo d’annata, non ancora epurato dalla televisione, che ci raccontava prima la sua America (Te la do io l’America, 1981) e poi il suo Brasile (Telo do io il Brasile, 1984).

All’epoca rimasi colpito da come venivano affrontate le trasmissioni televisive di maggior successo, oltremanica. Rispettivamente le Soap Opera e le Telenovela. Beppe Grillo, e gli italiani con lui, ironizzava molto sulle dinamiche narrative di questo genere di prodotti. Trame scadenti che non arrivano mai ad una conclusione dell’intreccio narrativo, allungate al solo scopo di consentire agli sponsor di poter fidelizzare gli spettatori. La conclusione sembrava implicare che questo genere di prodotto non avrebbe mai potuto avere grandi chances di successo in Italia, a causa dell’elevato livello culturale della nostra televisione. Pochi anni dopo in italia ci fù l’avvento delle emittenti commerciali (allora chiamate libere o private). In pochi anni tre emittenti si conquistarono una grande fetta d’ascolti. Erano quelle di proprietà di un giovane e rampante imprenditore, Silvio Berlusconi. Proprio su questi canali ecco affacciarsi, anche da noi, prodotti come Soap Opera e Telenovela. Quello che sembrava inadatto diventava fenomeno di massa imprescindibile per le mattinate di ogni buona casalinga che si rispetti.

Sempre anteriormente alla caduta del Muro di Berlino (1989) era abituale ironizzare su certe manifestazioni democratiche tipiche di certi governi totalitari, spesso regimi dell’Est europeo.

Tant’è che nel modo di dire comune è entrato a pieno titolo il termine “maggioranza bulgara” ossia quei sistemi plebiscitari che producevano elezioni e votazioni all’unanimità, in contesti in cui non vi era possibilità legittima e garantita di dissentire dalle linee imposte da chi deteneva il potere ed il controllo delle assemblee. Gli speaker nostrani, con malcelata ironia sottolineavano l’elezione del Segretario Generale del Partito Comunista Sovietico (che di fatto assumeva su di se il governo dell’intera Unione Sovietica) con votazioni unanimi o prossime ad esso. Altrettanto sarcasmo era riservato al quotidiano La Prava (giornale del partito comunista sovietico e in quanto tale voce ufficiale del governo sovietico), per le modalità con cui annunciava gli esiti delle votazioni, riservando l’intera prima pagina, non solo alla notizia ma anche al testo integrale del discorso del segretario neoeletto. Nell’assoluta convinzione che eventualità di questo genere non avrebbero mai potuto trovare spazio ed applicazione al sempre colto ed evoluto popolo del bel paese.

Sabato scorso (28 marzo 2008) presso la nuova Fiera di Roma si è tenuto il congresso fondativo del Popolo delle Libertà, nel quale confluiscono Forza Italia e Alleanza Nazionale. Al termine del quale è stato eletto presidente per acclamazione Silvio Berlusconi. Gli organi di stampa a lui più vicini hanno dato ampio spazio alla notizia. Libero occupava buona parte della prima pagina con “Il discorso integrale, Tutte le parole di Silvio” (28/03/2009) e poi con “Sua Maestà il Cavaliere” (30/03/2009). Il Giornale, non di meno, dedica tutta la prima pagina con “Il giorno dell’orgoglio”.

Insomma dopo Dallas e Beautiful, è ancora lui a portare in casa nostra quanto di meglio il mondo sa offrire. Nonostante una proferita antiteticità con il comunismo, scopriamo che oltre alle dinamiche commerciali, spregiudicatamente più aggressive degli USA, sembra predilire anche i metodi “democratici” più in voga nell’ Unione Sovietica di Stalin e Breznev.

Non di meno in tempi meno recenti, poche settimane prima dell’invasione americana in Iraq, Saddam Ussein venne confermato presidente con il 100 % dei consensi. Giusto giusto lo stesso risultato del Cavaliere. Lungi dal credere che la sorte riservi a lui la medesima fine, è importante leggere come racconta la votazione Luca Telese su Il Giornale “il «nuovo» leader del Popolo della libertà ieri è stato investito così. Cartellini alzati, seimila delegati, nemmeno una mano levata contro, nemmeno un astenuto, manco a pagarlo oro”. Evidentemente le aree in cui erano stati “relegati” gli invitati della stampa consentivano una minuziosa e panoramicissima visione dell’assemblea. Tale da consentire di distinguere ogni singola tessera e volendo sorvolare sulle allusioni di Eugenio Scalari che sulle pagine di Repubblica a presunti figuranti presenti in prima fila giusto per mostrare alle telecamere quanto i delegati del PdL siano, oltre che più numerosi, anche più belli di tutti. Se rispondente al vero, si potrebbe dire che a tanto non era arrivato neanche il “Presidente emerito” della Romania, Ceausescu.

Il dubbio che assale, a questo punto, è che così come accade per le trame senza fine delle telenovela, anche questa “libera interpretazione della democrazia” sia senza fine alcuna. Anzi che, in un susseguirsi di improbabili colpi di scena si scopra che Mussolini non è morto, che Berlusconi è il figlio segreto di Napoleone, nonché legittimo pretendente al “Soglio di Pietro”. Bendetto XVI vive questi momenti con estrema e giustificata apprensione. I fedeli pregano per la loro guida spirituale, Papa Silvio I.

mercoledì 25 marzo 2009

Carta vince carta perde!

Il piano casa annunciato sarà finanziato con 550 milioni di euro, peccato che questi siano stati stanziati dal precedente Esecutivo, poi successivamente sottratti “grazie” al decreto Brunetta, infine rifinanziati dall’attuale Governo. Idee ben chiare, come lo stesso testo del decreto o disegno di legge (non lo hanno ancora deciso, a breve diventerà un’ elastico) che disciplinerà la materia prima annunciato alle regioni e pubblicato anche da Il Giornale (quotidiano di famiglia di Berlusconi) è successivamente disconosciuto dal Cavaliere: “In effetti il disegno che è circolato non è quello a cui io avevo già lavorato. Sarebbe interessante scoprire chi ha dispone dell’accesso ai protocolli ed alla carta intestata della Presidenza del Consiglio, forse Veltroni che profittando dell’anonimato in cui si è calato dopo le dimissioni da segretario ha proprio il phisique du role per immaginarlo in stile mission impossible mentre sottrae carta intestata da palazzo Chigi, sospeso al soffitto, con D’Alema che lo sostiene dall’alto.

L’ampliamento della strada che collega Sassari ad Olbia, promesso da Berlusconi durante la campagna elettorale Sarda poche settimane fa è sparito dalle priorità del Governo, non ritenendo questa infrastruttura funzionale al G8. Forse per impedire che qualche capo di stato ospite possa pensare di fuggire e darsi alla clandestinità con sommo disappunto del Ministro Maroni.

Fino ad oggi la maggioranza aveva negato che la riforma della scuola avrebbe avuto significative ripercussioni sull’occupazione: “La sinistra parla di 86mila insegnanti in meno. È falso. Con la riforma nessuno sarà cacciato. Ci sarà solo il pensionamento di chi ha già raggiunto l'età e il blocco del turn over”. Le tabelle allegate al decreto interministeriale sugli organici per l'anno scolastico 2009-2010, dicono che ci saranno 37.000 tagli nell'organico di diritto e ulteriori 5.000 in quello di fatto, confermando quindi i 42.000 posti in meno decisi con la manovra Finanziaria, di cui il 40% al sud. Si sa che proprio nel meridione vale la regola non scritta che la migliore scuola è la strada, per cui se “Maometto non va alla montagna…” allora mandiamo gli insegnanti per strada ad inseguire i ragazzini che non ci vanno.

E' stato firmato il rinnovo del contratto del comparto Sicurezza e Difesa, il Governo annuncia incrementi del 6,3% per un’importo procapite medio di 160 euro circa. Eppure a ben vedere si scopre che ben 124 euro erano stati già sottoscritti e pagati dal Governo Prodi. Forse nei “Palazzi” qualcuno ha negli occhi l’iconografia del soldato medio stile “Sergente Rompiglioni” e, per questo, pensa di poter approfittare di tanta dabbenaggine da far credere di aver pagato duo volte ciò che a mala pane è stato dato solo una volta. Dato che la realtà dice che in buona sostanza la gran parte di soldati e poliziotti percepiranno alla fine della fiera un’incremento reale di 5 euro lordi.

Sempre rimanendo in tema di polizia e militari il ministro La Russa il 27 Febbraio scorso annunciava un decreto del Consiglio dei ministri che riconosceva un bonus di poco meno di 200 euro a soldati, poliziotti e vigili del fuoco. Il testo appena pubblicato stabilisce che il bonus non supererà 134 euro e che sarà distribuito a coloro che non superano 35.000 euro annui di reddito. Insomma se 200 euro erano il parametro di misura del "riconoscimento a chi fa davvero ogni giorno qualcosa per la sicurezza" l'attribuzione di 134 lascia intendere che questo gradimento si è ridotto del 33%. Probabilmente militari e poliziotti sono stati al di sotto delle aspettative di questo Governo, dal 27 febbraio scorso ad oggi.

Una politica degli annunci e delle smentite che si succedono così rapidamente da confondere e rendere impossibile a chiunque distinguere il vero dal falso.

Si scopre così che il piano casa è anti-federalista come l’abolizione dell’ICI, perché entrambe le misure vengono proposte dal Governo centrale ma privano di gettito le casse delle amministrazioni locali. Il bello è che in contemporanea la Lega festeggia il susseguirsi di voti favorevoli al Federalismo, forse troppo presa da accorgersi di quanto le viene scippato sotto il naso. Oppure felice perché i tagli della scuola sono meno pesanti per il Nord, ma questo allora dovrebbe essere spiegato ai tanti che hanno votato per il Movimento per le Autonomie di Lombardo in Sicilia. Ben accomunati con i tanti Sardi sedotti ed abbandonati da Cappellacci, ora seduti sul ciglio di una strada stretta e pericolosa che, come il collo di una bottiglia, isola da quell’isola nell’isola che è la Gallura, unico e solo “piezz’ ‘e core”, di sardità in Berlusconi. Per non tacere di questa milite-elargizione che induce a riflettere sul fatto che se 200 euro erano il parametro di misura del "riconoscimento a chi fa davvero ogni giorno qualcosa per la sicurezza" la contrazione a 134 euro lascia intendere che questo gradimento si è ridotto del 33%. Probabilmente militari e poliziotti sono stati al di sotto delle aspettative di questo Governo, dal 27 febbraio scorso ad oggi.

Come non parlare delle appropriazioni indebite (in senso lato) che producono una partita di giro per cui si prendono fondi già stanziati li si elimina a poi li si riattribuisce appropriandosi del merito.

Certamente siamo di fronte alle più alte vette della “politica del fare” di cui Berlusconi si è sempre fregiato sin dalla prima ora.

Si potrebbe continuare così per tante vicende più o meno note ma senza che queste aggiungano nulla di più ad un déjà vu di quegli abili manipolatori di carte e buonafede che si incontrano spesso all’uscita delle stazioni chiedendoci di indovinare la carta vincente tra le tre che vorticano tra le loro dita.

lunedì 16 marzo 2009

Le Confindus-tigri di cartapesta

Evidentemente, per Berlusconi, le sue ambizioni di controllo del paese non si fermano al pio desiderio di votare lui per tutti, sia eliminando il voto di preferenza nelle elezioni, sia eliminando il diritto di voto dei parlamentari, sostituendolo con quello dei singoli, sia auspicando la sparizione di forze che compongono la sua stessa coalizione, allorché si augura un PdL al 51%.

Come se tutto questo non fosse abbastanza decide anche di sostituirsi alle forze sociali ed economiche, non ultima la Confindustria.

Dal Forum di Confcommercio a Cenobio il Presidente del Consiglio fa sapere che quando la presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, chiedeva soldi veri al Governo, in realtà non lo stava dicendo affatto e come al solito i media erano preda di allucinazioni. Questo si evince quando il Cavaliere dice: “non è stata una strigliata. Ho parlato ieri con la e mi ha detto di non essere critica nei confronti dell'azione di governo. Ci ha tenuto a farmelo sapere. Certo la posizione dei giornalisti assomiglia sempre più a quella dei protagonisti di certi film thriller nei quali viene ordito un complotto per farli credere pazzi.

Sta di fatto che con questo sembra che Berlusconi abbia assunto la delega ad interim anche di Confindustria, certo sarebbe stato difficile immaginare potesse avvenire altrettanto con Montezemolo ancora in sella. La Marcegaglia, da tutta questa vicenda, esce commissariata, trascinando anche il Segretario della Cisl, Bonanni, che, ormai fin troppo abituato ad appiattirsi sulle posizioni della Confindustria, non aveva esitato a far da spalla: “Fa bene la Marcegaglia a insistere sulla crisi'” confermando anche lui di essere vittima della stessa allucinazione collettiva della stampa chiedendo: “soldi veri per scongiurare gli effetti della crisi”. Astutamente cercava di cavalcare la tigre, magari inducendo qualcuno a credere che sapesse dire qualcosa di diverso da quello che gli suggeriva l’Esecutivo. Forse un po’ pentito, per aver osato, la buttava come si dice a Roma “in caciara”: “Bisogna metterci d'accordo tutti in modo tale da far diventare trasparente la proposta e rassicurare i cittadini che non sono tranquilli perché c' è una classe dirigente che litiga sempre”. Purtroppo per lui non si accorgeva che quella che cercava di cavalcare era sì una tigre, ma di cartapesta, degna del miglior carnevale viareggino. La leader di Confindustria è legata a doppio filo a questo governo. Sempre pronta ad assecondarlo, indistinguibile sotto il profilo di una volontà propria non ha mai esitato a correre in soccorso, non ultima la vicenda della Alitalia – CAI, dove la stessa Emma Marcegaglia si era prodigata con un suo investimento, forse al di sopra delle sue possibilità, per poi ritirarsi alla chetichella. Ma il tanto giusto da consentire al Cavaliere di annunciare che Confindustria è con noi.

Così Berlusconi prende due piccioni con una fava, redarguendo pubblicamente l’una e l’altro, facendo capire che non sono ammesse voci di dissenso. Con l’unica differenza che lo fa con una sola telefonata, perché basta chiamare la leader degli industriali intimandogli l’abiura per lesa maestà, per ottenere l’automatico allineamento della Cisl.

L’unica istituzione che oggi sembra godere ancora del diritto di dissenso, sembra quella bancaria. Lo dimostra il tentativo del Governo di istituire un organismo di controllo sull’operato delle Banche, seguito da un “niet” che non ammetteva repliche dal parte del Governatore di Bankitalia, Draghi. L’unico diniego che produce un dietrofront di Berlusconi, nessuna telefonata di scuse e nessuna chiamata a rapporto a Palazzo Chigi. Anzi al contrario un susseguirsi di precisazioni e correzioni, con corollario del consueto travisamento da parte della stampa (sempre più in preda ad una crisi di nervi).

In compenso nessuna richiesta di chiarimenti, alla stessa Banca d’Italia, sul perché, nonostante le sollecitazioni del Governo ad una maggiore agevolazione al credito, che solo pochi mesi fa facevano proclamare a Tremoni: “Non un miracolo ma un sollievo alle famiglie che stanno nella tenaglia tra uno stipendio fisso e un mutuo variabile, l' obiettivo è quello di togliere un po' di angoscia che negli ultimi tempi si è accumulata nelle famiglie”, per tutta risposta, la concessione di mutui e prestiti stia diventando sempre più complessa, anche a causa del CRIF (Centrale Rischi Finanziari) che spesso inserisce nella sua lista nera, quali cattivi pagatori, molti cittadini colpevoli del ritardano il pagamento di una sola rata anche solo di pochi giorni. Insensibile alla situazione economica attuale e le comprensibili difficoltà che affrontano le persone ogni giorno. Creando una situazione che si ripercuote sul mercato immobiliare per cui per avere credito bisogna avere ampie garanzie. Concedendo, di fatto, prestiti solo a chi di soldi non ha bisogno. In questo contesto sembra abbastanza scontato che l’annunciato “Piano Casa” del Governo sembra destinato (casomai ci fossero ancora dubbi) a pochi privilegiati, che dispongono di ampie garanzie e coperture economiche, che vivendo in villa possono ampliarle a loro piacimento.

Così l’Italia sembra un po’ il paese del Mago di Oz, solo che invece di Leoni codardi ci sono tigri di cartapesta come Confindustria, invece di un Boscaiolo di latta senza cuore c’è quella parte del sindacato più attenta a quello che dicono i datori di lavoro che i lavoratori che dovrebbero rappresentare, al posto dello spaventapasseri senza cervello, c’è un sistema bancario che di cervello ne ha fin troppo, ma lo usa solo come e quando dice lui, finendo per sortire lo stesso effetto.

Quanto a Doroty, con scarpette d’argento che percorrono una strada lastricata d’oro, lascio alla fantasia del lettore indovinare chi possa essere.

Insomma, Berlusconi dice che la crisi è come la nebbia milanese di Totò: C’è ma non si vede

La Confindustria dice che i soldi sono come la nebbia milanese di Totò: C’è ma non si vede

Le Banche dicono che i mutui sono come la nebbia milanese di Totò: C’è ma non si vede

La Cisl dice che il lavoro è come la nebbia milanese di Totò: C’è ma non si vede

Gli italiani di fronte a tutto ed ad un nuovo Ministro del Turismo cui pagare un lauto stipendio, come la Brambilla, pensano un più prosaico e banale: La fortuna è cieca ma la sfiga ci vede benissimo.

venerdì 13 marzo 2009

Elemosine

Camera e Senato hanno bocciato la proposta del PD di istituire l’assegno di disoccupazione è il Ministro Sacconi che, in aula, illustra la posizione del governo:“Questi stessi strumenti in una fase di questo tipo diventano (…) incentivi al licenziamento e incentivi al rattrappimento strutturale: proprio ciò che noi non vogliamo produrre”, ribadendo quanto già detto dal Presidente del Consiglio nei giorni scorsi: ''il sistema attuale gia' ci consente di modulare gli interventi e di farlo in maniera assolutamente opportuna, migliore di quella che non sarebbe certamente se adottassimo una misura come quella che e' stata preconizzata: misura che sarebbe una licenza di licenziare, soprattutto per i piccoli imprenditori e gli artigiani'', i cui dipendenti ''godrebbero dell'indennita' e continuerebbero a lavorare in nero''. Il Centrodestra ben compatto ha concordato con le tesi del suo leader votando contro il sostegno economico per tutti quei lavoratori attualmente esclusi dall’accesso agli strumenti previsti dal sistema di ammortizzatori sociali e che hanno perso il posto di lavoro dal 01 settembre 2008. I numeri dicono 218 a favore e 268 contrari.

Nel merito delle argomentazioni addotte dalla maggioranza, prese a se stanti, si potrebbe concordare, nessuno potrebbe voler alimentare la corsa al lavoro nero oppure incentivare i datori di lavoro a licenziare, basandosi su questi assunti la maggioranza cerca di apparire come il buon pater familias costretto a scelte dolorose nell’esclusivo interesse dei suoi figli. Eppure queste tesi sembrano apparire incoerenti con numerosi provvedimenti intrapresi dal Governo negli ultimi mesi. Infatti, a scorrere la successione delle azioni dell’esecutivo, vediamo che con la legge 133, nota anche come decreto Brunetta, si istituisce l’esonero dei dipendenti pubblici, ossia un meccanismo per il quale un dipendente che ha lavorato per non meno di 35, compresi i figurativi (in molti casi si possono avere situazioni per cui gli anni di lavoro effettivamente svolti sono 30) può chiedere dall’essere esentato dall’attività lavorativa e rimanere a casa gli ultimi 5 anni in attesa della pensione venendo retribuito dal 50 al 70% della sua ultima busta paga. Con la possibilità in questo arco di tempo di poter svolgere altre attività lavorative autonome, ma non lavoro subordinato. E sempre la stessa norma contiene un’ articolo la cui definizione è tutta un programma: norma ammazza precari. In buona sostanza con esse si dà un colpo alla stabilizzazione depersonale assunto a tempo determinato. Inoltre è stato varato un provvedimento come il blocco del turnover della stessa pubblica amministrazione.

Insomma, se la tesi deve essere che, bisogna disincentivare il lavoro nero e i licenziamenti facili, questi provvedimenti sembrano dire tutt’altro. Immaginiamo l’interesse dei pubblici dipendenti “accasati” anzitempo che, non avendo specifiche professionalità (la maggioranza) tali da consentire la formalizzazione di un’attività professionale autonoma, potrebbero essere tentati di aumentare, “esentasse”, il loro reddito privi di regolare contratto. Oppure quanto è disincentivato dal licenziare il datore di lavoro che sa di poter fruire della cassa integrazione per i suoi dipendenti? Oppure le norme a favore del lavoro precario non sono a loro volta, di fatto, una forma di incentivo al licenziamento?

Va ricordato che proprio il precariato è strumento diffusissimo anche nella pubblica amministrazione, non esclusi settori delicati come Istruzione, Sanità, Sicurezza e Difesa.

Probabilmente se le medesime argomentazioni fossero state addotte anche all’epoca dell’approvazione di queste norme, certamente la credibilità di Governo e Maggioranza ne avrebbe beneficiato.

Invece sembrano celarsi dietro ritornello abbastanza stantii e fuori luogo, tacciando gli altri di demagogia e più semplicemente di voler fare le elemosina. Esattamente come accade con la proposta di tassare, una tantum, i redditi sopra i 120 mila euro. A cui il Cavaliere risponde : “È una ricetta sbagliata, non secondo me, ma secondo il parere della dottrina economica liberale. Non è con l'elemosina che si risolve il problema. Non è tanto il fatto che chi può fare e dare qualcosa in più lo faccia. Io ho fatto tanto, donazioni, beneficenza ma non lo pubblicizzo...”. Ad onor del vero bisogna dire che stavolta le cose stanno esattamente così, ossia che la beneficenza la fa solo quando lo dice lui. Ragionevole è inserire in questo alveo proprio l’idea della “Social Card”, prevista, inizialmente, per 1 milione e 200.000 italiani in difficoltà. Deve essere andata come quando in chiesa passa il chierichetto col cestino della questua e il “povero” fedele controlla nelle tasche sicuro di poter contribuire con una somma decorosa, ma solo di fronte agli occhi del giovane servente si accorge di avere pochi spiccioli, e si vede costretto a raschiare il fondo del borsello per raccattare quella miseria che gli rimane, pur di non dover usare le banconote.

Infondo è quello che ci dice il Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze, Nicola casentino nel corso di una interrogazione parlamentare sulla social card è costretto ad ammettere che del milione e 200 mila beneficiari proclamati “urbi et orbi”, solo “430 mila sono state regolarmente accreditate anche dell'importo relativo al primo bimestre 2009”. Insomma solo il 30% di quanto annunciato, molte delle quali non vengono ricaricate con la dovuta solerzia da parte del Ministero, per cui il vecchietto spesso si trova a dover lasciare la spesa alla cassa per in capienza della Carta. Cui va aggiunto che gli sportelli INPS, a quanti fanno richiesta della carta in queste settimane, stanno comunicando che attualmente non ci sono risorse, per le quali si dovrà attendere un tempo non ben precisato.

Tutto questo credo faccia capire che il connaturato istinto di leader dirigista di Berlusconi non venga meno neanche in queste circostanze, per cui sembra dire: “l’elemosina è mia e la do quando voglio io!”

giovedì 12 marzo 2009

La riserva indiana digitale

L’Onorevole Carlucci ha dichiarato guerra alla pedofilia, ma l’impressione è che sembra aver sbagliato mira.

Dal suo sito parte alla carica col suo stile, molto televisivo, elencando un suo personalissimo quadro statistico di casi di cronaca, guarda un po’, tutti perpetrati su internet.

Per risolvere la questione presenta un testo di legge che impone il “divieto di effettuare o agevolare l’immissione nella rete di contenuti in qualsiasi forma (testuale, sonora, audiovisiva e informatica, ivi comprese le banche dati) in maniera anonima.”.

Insomma parte da un concetto a cui tutti sono sensibili ma sembra occuparsi di ben altro. Ovviamente questo suo improvviso interessamento per la rete ha sollevato gli strali di molti addetti ai lavori e di fruitori del web in tutte le sue sfaccettature, non ultimo del Presidente dell’ Istituto per le politiche dell'innovazione, Guido Scorza. Senza volersi addentrare troppo nelle questioni tecniche, appare curioso notare un certo strabismo riguardo alla questione pedofilia, anche perché questo tema non nasce e non muore con le chat ma ha anche un altro filone molto significativo a livello mondiale, che necessiterebbe di maggiore attenzione da una così autorevole esponente del Parlamento: quello dei preti pedofili.

Infatti notizia di ieri “si è dimesso ieri il vescovo irlandese John Magee, ex segretario personale di tre papi (Montini, Luciani, Wojtyla), finito nella bufera per i preti pedofili”. Allora se Gabriella Carlucci ritiene di dover affrontare il problema anonimato su internet per contrastare la pedofilia dovrebbe fare altrettanto anche con gli esponenti del clero. Perché ce ne sarebbe un gran bisogno, anche alla luce dell’incursione recente della “iena” Enrico Lucci al simposio della Penitenzieria Apostolica, il supremo tribunale della Chiesa cattolica per il foro interno, competente per le assoluzioni dei peccati, delle censure e delle pene riservate alla Santa Sede. Nel corso della quale Padre Leon Lemmens, Segretario Generale Assistenza Chiese Orientali, ha affermato che, la prassi seguita dalla chiesa cattolica in tema di pedofilia è quella che, in caso venga accertato che un religioso commetta atti simili, questo venga denunciato al vescovo ancor prima che alla giustizia ordinaria, lo stesso vescovo deve prendere le prime misure di tutela anche delle vittime, la comunicazione agli organi di giustizia civili non è un’ automatismo ma dipende da caso a caso, per cui se è capitata una volta, una piccola cosa questa non necessariamente va denunciata, bensì risolta per vie interne. Tesi successivamente ribadita anche da Don Pedro Fernandez, penitenziere di Santa Maria Maggiore in Roma, il quale, citando San Paolo riferisce come sia più opportuno risolvere queste vicende all’interno della Chiesa e come non convenga andare ai tribunali civili.

Alla luce di certe affermazioni perché non inserire nel provvedimento di legge la perseguibilità d’ufficio dei prelati che occultano informazioni riguardo ad atti di pedofilia posti in essere da religiosi?

Invece l’onorevole conduttrice, pensa che la pedofilia debba necessariamente essere correlata la diffamazione a mezzo stampa o a mezzo televisivo, la quale afferma che, essa debba essere “punita anche molto severamente” lamentando che “tutto questo invece non esiste in Internet in tal senso propone che: “Per quanto riguarda i reati di diffamazione si applicano, senza alcuna eccezione, tutte le norme relative alla Stampa”. Questo, per rimanere in tema di informatica, sembra un vero e proprio “cavallo di troia” (tipo di software creato con il solo scopo di causare danni più o meno gravi al computer su cui viene eseguito le cui funzionalità sono nascoste all'interno di un programma apparentemente utile). Quasi a svelare i veri intenti di questo provvedimento, ossia quelli di porre un freno a quello che oggi è il vero e solo “Pasquino” digitale,capace di levare la voce del dissenso e della critica legittima al potere costituito. Per far ciò sembra andare anche in controtendenza con la giurisprudenza consolidata, quale la recente sentenza della Cassazione, che respingendo un ricorso dell’ ADUC contro il sequestro di alcuni messaggi sul suo forum di discussione stabilisce che: "i nuovi mezzi di comunicazione e manifestazione del pensiero non possono rientrare nel concetto di stampa, per cui sono equiparabili ad una bacheca e, a differenza della stampa (dove per la riproduzione e per la responsabilità civile e penale ci sono editore e direttore responsabile), l'autorità giudiziaria può esercitare un controllo diretto”. Ad ulteriore chiarimento di questa sentenza va detto che comunque coloro che hanno reso le dichiarazioni incriminate sono oggetto delle attenzioni della procura, quindi non è che la rete consenta alcuna impunità.

Se dovessimo mettere insieme tutti questi provvedimenti otterremmo che da un lato la rete deve essere assoggettata ai doveri della stampa, ma contemporaneamente essere privata dei diritti di cui la stampa stessa gode.

Dopo aver monopolizzato tutti i principali media sembra che il disgusto di molti per l’informazione lottizzata, con il conseguente rifugio nella libera circolazione di idee nella rete sia vissuto con “fastidio” da molti. I quali sembrano intenti, dietro un’apparente riconoscimento delle potenzialità di internet, a trasformarlo in una sorta di riserva indiana dove relegare e controllare meglio il dissenso.

mercoledì 11 marzo 2009

Più tempo per tutti!

Ultimamente Berlusconi ha cercato di imprimere una svolta decisa verso l’approccio umorale alla crisi mondiale. Afferma, infatti, che molto di essa dipende dalla negatività delle persone. In poche parole che non si affronta il mondo con la giusta dose di buonumore ed ottimismo. Sottolineando di non aver visto mai un imprenditore di successo che non fosse un inguaribile ottimista. Concludendo che, guarda caso, mentre quelli di sinistra sono tutti pessimisti e tristi, quelli di centrodestra, in particolare la PdL, sono positivi, ottimisti e vincenti. Insomma loro sanno sorridere alla vita.

Il fatto è che gran parte della popolazione sembra troppo presa a combattere la quotidianità, sempre straimpegnata nel proprio lavoro, da non aver neanche il tempo di sorridere.

Proprio per questo il Cavaliere ha pensato bene di venire incontro a tutte queste persone eliminando alcune noiose incombenze che ti occupano la giornata ed impediscono di trovare il tempo per gioire del presente.

Primo passo verso questa liberazione sarà quello di eliminare la noiosa attività elettorale. Infatti, presto non ci si dovrà occupare di essa più perchè provvederà a tutto Silvio. Il quale magnanimamente si sacrificherà per tutti gli italiani. In tal modo essi saranno alleviati anche da tutte quelle altre incombenze collaterali come leggere i giornali, seguire i dibattiti in tv, insomma, occuparsi di politica. Perchè tanto ci sarà lui che penserà a tutto.

Così avranno modo di occupare la gran quantità di tempo libero che gli rimarrà per fare tutte le belle cose che più desiderano

lunedì 9 marzo 2009

Get 'Em Out By Friday

Berlusconi, con il suo piano casa, offre la possibilità di ampliare le abitazioni degli italiani del 20%.

Molti insinuano che questa misura sia strumentale e rivolta esclusivamente a favorire quanti posseggono abitazioni non in condominio. Favorendo, quindi, un numero limitato di persone con una fascia di reddito mediamente alta.

In realtà “questi denigratori di professione che altro non possono essere se non comunisti” parlano senza conoscere i fatti e le straordinarie e vulcaniche doti (non solo quelle notoriamente sessuali) del Cavaliere.

Infatti nella medesima norma sarà incluso l’emendamento “Berlusmaller”. Il quale darà la possibilità, a quanti non avranno la possibilità tecnica di ampliare la propria abitazione, vuoi perché vincolata da limiti strutturali, vuoi perché non si dispone delle risorse economiche per provvedere alla sua ristrutturazione (casi rarissimi, in quanto inconcepibile possa accadere nulla di ciò, alla luce delle eccezionali e numerose misure di sostegno all’economia fatte varare da Presidente del Consiglio), di ridurre le dimensioni degli inquilini in misura proporzionale al 20%, in analogia alla statura (giammai quella morale che lo eleverebbe al di sopra di tutti noi) fisiologica di Silvio Berlusconi.

Il tutto con oneri a carico dello stato, che provvederà a “tagliare le gambe” delle fasce di reddito meno abbienti, onde consentire di godere di maggiori spazi nella loro precedente dimora. Beneficiando in tal modo delle medesime opportunità dei più ricchi, che invece (ahi! Loro) saranno costretti ad attendere il completamento dei lavori, con tutti i disagi connessi ai calcinacci, agli operai in casa e quant’altro necessario per provvedere alla costruzione della nuova dependance.

In tal modo il beneficio si ripercuoterà anche su altri settori come l’abbigliamento, materassi e letti (tutti beni notoriamente correlati alla dimensione), meno spese sanitarie dovute alla riduzione delle testate tipiche di coloro che sono troppo alti dando in tal modo un impulso generale a tutta l’economia.

Ovviamente questo sarà il quadro applicativo nel transitorio. Per le generazioni future si darà attuazione all’emendamento “Berlus-diet” (anche esso contenuto nel piano casa). Una dieta ipo-calorica, ipo-proteica, ipo-alimentare, volta a contenere il ritmo di crescita dei bambini in modo che essi possano occupare meno spazio e quindi, a parità di superficie disponibile, avere le medesime possibilità di quelli delle classi più agiate. Di questo articolo il Cavaliere ha espressamente dato merito alla sua assidua amicizia e presenza in Sardegna, dove ha potuto studiare, con grande attenzione, i tratti anatomici peculiari della popolazione autoctona. Notando che l’isola sembra spesso poco abitata, proprio per le ridotte dimensioni dei suoi abitanti. Ergo abitanti più piccoli, maggior spazio disponibile. Egli stesso sperimenta su se stesso i benefici di tale filosofia constatando che spesso le sue umili dimore gli sembrano regge sconfinate evidentemente per via della sua altezza “contenuta”.

Special thanks to Banks/Collins/Gabriel/Hackett/Rutherford (Genesis) for their song:

Get 'Em Out By Friday

sabato 7 marzo 2009

La calata degli Unni

Probabilmente ci deve essere stato un’ equivoco, invece di mandare in orbita il nuovo telescopio che avrà come scopo di ricercare nuovi pianeti al di fuori del sistema solare. Tutta l’Italia è stata erroneamente imbarcata e spedita direttamente su un’altra Terra parallela lontana anni luce.

Solo così si potrebbero spiegare certe dichiarazioni, che minimizzano l’impatto della crisi mondiale sull’Italia. Altro che le superpotenze come USA, Russia, Cina, India, Giappone e Germania.

Come se nulla fosse e nulla stesse accadendo nel resto del pianeta dalla nazionalizzazione da parte del Governo inglese degli storici Lloyds , alla General Motors sull’orlo del fallimento, alla borsa di Tokyo a picco, la locomotiva Italia tira dritta e viaggia a pieno regime.

Ecco quindi, il Governo, lanciarsi in epiche imprese, che lo stile definirebbe deregulation, ma sarebbe meglio dire liberalizzazione selvaggia. Riemerge il primo amore di Berlusconi per il mattone, sostenuto da tanti altri, casualmente per lo più proprietari di giornali e media. Eccolo, quindi, varare l’anarchia edilizia, in stile Nerone (per come lo faceva Petrolini) il quale prometteva una Roma che sarebbe rinata “più bella e potente che pria…”.

Altrettanto si farà con le italiche case che, forse, non saranno più belle ma potranno certamente essere costruite o ricostruite più grandi di un 20 o 30 %. Senza permessi senza controlli così, proprio come il principale partito italiano in “libertà”. Via lacci e laccioli, coli il cemento. Che poi, oggi il paese sia pieno di case vuote che nessuno può comprare e nessuno può affittare poco importa. L’importante è che il mattone e il cemento scorra a fiumi.

Ed ancora che si liberalizzi la caccia si spari su tutto ciò che si muove e, non contenti, si dia modo di fare altrettanto anche ai giovinetti di 16 anni, affinché possano diventare uomini veri. Perché tale è, non già chi può votare o guidare una macchina, bensì, colui che imbraccia un’arma. Poco importa se questa brillante idea esponga la fauna selvatica ad una rapida estinzione (da qualche parte dovremmo pur metterlo quel 30% di edifici in più) e, se eliminiamo le specie protette, forse non ci sarà più ragione di avere tanti parchi, che non producono una lira e magari, vedi mai, sono i veri responsabili delle crisi mondiale.

Come gli Unni che mettevano a ferro e fuoco l’impero, accusandolo di essere eccessivamente debole politicamente e decadente, distruggendo le sue città e le sue conquiste, gettandolo in un lungo medioevo. Ecco che si fanno avanti i nuovi barbari, che pensano all’oggi e dimenticano il domani, che ignorano la fragilità dell’equilibrio del nostro ecosistema progettando centrali nucleari, edilizia selvaggia, vendendo armi a tutti, indifferentemente per la caccia al fagiano o quella all’immigrato. Identificando il nemico nella rete pubblica che osa criticare il Governo, oppure gli ambientalisti che denunciano lo scandalo dei rifiuti, il pericolo del nucleare, o l’inutilità e dannosità del ponte sullo stretto.

Questi uomini, venuti dal nord, con l’aiuto dei notabili del sud, pronti a cogliere le difficoltà dell’impero centrale, già in agonia, sganciatisi da esso pur di mantenere la loro fetta di potere locale, stanno distruggendo quel poco d’Italia che è rimasto in piedi.

I nostri posteri, se ci saranno, si aggireranno tra i ruderi cercando inutilmente di capire, perché si è distrutto, ma null’altro si è veramente costruito al suo posto. Limitandosi a razziare quel poco che era disponibile per il poro godimento del presente ma totalmente privo della visione futura.

Come i loro predecessori che, razziarono Roma, eccezion fatta per la loro etnia e la loro furia distruttiva e nessun nome d’opera o persona lasciarono in memoria. Altrettanto anonimato relegherà chi ne sta ripercorrendo i passi.