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sabato 7 marzo 2009

La calata degli Unni

Probabilmente ci deve essere stato un’ equivoco, invece di mandare in orbita il nuovo telescopio che avrà come scopo di ricercare nuovi pianeti al di fuori del sistema solare. Tutta l’Italia è stata erroneamente imbarcata e spedita direttamente su un’altra Terra parallela lontana anni luce.

Solo così si potrebbero spiegare certe dichiarazioni, che minimizzano l’impatto della crisi mondiale sull’Italia. Altro che le superpotenze come USA, Russia, Cina, India, Giappone e Germania.

Come se nulla fosse e nulla stesse accadendo nel resto del pianeta dalla nazionalizzazione da parte del Governo inglese degli storici Lloyds , alla General Motors sull’orlo del fallimento, alla borsa di Tokyo a picco, la locomotiva Italia tira dritta e viaggia a pieno regime.

Ecco quindi, il Governo, lanciarsi in epiche imprese, che lo stile definirebbe deregulation, ma sarebbe meglio dire liberalizzazione selvaggia. Riemerge il primo amore di Berlusconi per il mattone, sostenuto da tanti altri, casualmente per lo più proprietari di giornali e media. Eccolo, quindi, varare l’anarchia edilizia, in stile Nerone (per come lo faceva Petrolini) il quale prometteva una Roma che sarebbe rinata “più bella e potente che pria…”.

Altrettanto si farà con le italiche case che, forse, non saranno più belle ma potranno certamente essere costruite o ricostruite più grandi di un 20 o 30 %. Senza permessi senza controlli così, proprio come il principale partito italiano in “libertà”. Via lacci e laccioli, coli il cemento. Che poi, oggi il paese sia pieno di case vuote che nessuno può comprare e nessuno può affittare poco importa. L’importante è che il mattone e il cemento scorra a fiumi.

Ed ancora che si liberalizzi la caccia si spari su tutto ciò che si muove e, non contenti, si dia modo di fare altrettanto anche ai giovinetti di 16 anni, affinché possano diventare uomini veri. Perché tale è, non già chi può votare o guidare una macchina, bensì, colui che imbraccia un’arma. Poco importa se questa brillante idea esponga la fauna selvatica ad una rapida estinzione (da qualche parte dovremmo pur metterlo quel 30% di edifici in più) e, se eliminiamo le specie protette, forse non ci sarà più ragione di avere tanti parchi, che non producono una lira e magari, vedi mai, sono i veri responsabili delle crisi mondiale.

Come gli Unni che mettevano a ferro e fuoco l’impero, accusandolo di essere eccessivamente debole politicamente e decadente, distruggendo le sue città e le sue conquiste, gettandolo in un lungo medioevo. Ecco che si fanno avanti i nuovi barbari, che pensano all’oggi e dimenticano il domani, che ignorano la fragilità dell’equilibrio del nostro ecosistema progettando centrali nucleari, edilizia selvaggia, vendendo armi a tutti, indifferentemente per la caccia al fagiano o quella all’immigrato. Identificando il nemico nella rete pubblica che osa criticare il Governo, oppure gli ambientalisti che denunciano lo scandalo dei rifiuti, il pericolo del nucleare, o l’inutilità e dannosità del ponte sullo stretto.

Questi uomini, venuti dal nord, con l’aiuto dei notabili del sud, pronti a cogliere le difficoltà dell’impero centrale, già in agonia, sganciatisi da esso pur di mantenere la loro fetta di potere locale, stanno distruggendo quel poco d’Italia che è rimasto in piedi.

I nostri posteri, se ci saranno, si aggireranno tra i ruderi cercando inutilmente di capire, perché si è distrutto, ma null’altro si è veramente costruito al suo posto. Limitandosi a razziare quel poco che era disponibile per il poro godimento del presente ma totalmente privo della visione futura.

Come i loro predecessori che, razziarono Roma, eccezion fatta per la loro etnia e la loro furia distruttiva e nessun nome d’opera o persona lasciarono in memoria. Altrettanto anonimato relegherà chi ne sta ripercorrendo i passi.

8 commenti:

Anonimo ha detto...

Condivido totalmente lo spirito di questo tuo bel post, triste sì, disincantato, eppure realistico.
Voglio comunque sparere che dalle macerie rinasca qualcosa di migliore, chissà...

Anonimo ha detto...

ps: "sperare", scusa l'errore

Anonimo ha detto...

Ottimista! ;-)

Paolo Melis ha detto...

@Flo
della speranza si possono dire tante cose, positive (la speranza è sempre l'ultima...) o negative (Chi vive sperando muore...), preferirei vedere qualcosa di più concreto, pittosto che fare semplicemente come personaggi di Alessandro Manzoni...
@MrSeamus
Per inciso il tuo nick è quasi peggio del mio ;-)
ed in tema di citazioni musicali leggiti il post che ho messo dopo... Ciao ;-)

Anonimo ha detto...

Non è solo una speranza, teoricamente è una logica deduzione!
Ciao

Paolo Melis ha detto...

Sai, tra l'anno mille del più buio medioevo e la dichiarzione dei diritti dell'uomo sono trascorsi oltre settecento anni...
La logica deduzione mi induce a credere che dopo che si cade ci si può solo rislzare. Quello che purtroppo non dice è quanto tempo deve passare affichè ciò accada...
Per questo sarebbe opportuno che non si cada e che, se proprio non si può evitare, ci si faccia meno male possibile...
Ciao

Laura Raffaeli ha detto...

sai io da romana doc da molto tempo dico che a roma c'è stata la calata dei barbari: non che chi c'era prima fosse stato all'altezza, ma almeno una minima conoscenza di roma l'aveva.. il sacco è stato fatto, il tempo non perdona, non credo che questa volta una volta stesi tutti ci si potrà rialzare, almeno chi riuscirà in questo sarà una tale minoranza che si spera solo nell'estinzione dei barbari, fa male dirlo soprattutto per chi nasce e e cresce nel cuore storico di roma, ma non mi illudo: non dimentichiamoci che mo c'è pure un papa tedesco, altro che unni, ciao laura

Paolo Melis ha detto...

Sai, fossi nel Papa comincerei a peoccuparmi dato che immagino che le mire di conquista del capo degli Unni di Arcore potrebbero non limitarsi alla presidenza della repubblica...
In effetti mi risulta che anche Dio cominci a nutrire qualche apprensione... ;-)