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COMITATO PER IL RICONOSCIMENTO DEI DIRITTI COSTITUZIONALI AI MILITARI
Perchè una Democrazia non può dirsi compiuta se non è stata capace di estendere tutte le sue regole e garanzie, fino in fondo a tutti i cittadini, anche quelli in divisa.

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lunedì 23 giugno 2008

Un uomo solo al comando.

L’incubo di ogni leader che si rispetti è quello di avanzare per poi rendersi conto di non avere nessuno alle proprie spalle.
Il rischio che per Veltroni tutto ciò si tramuti in realtà è concreto.
Dopo la rottura del dialogo con la maggioranza di Governo. Il segretario del PD chiama il suo popolo ad una grande manifestazione in ottobre. In mezzo a tutto l’attacco di Parisi e le contestazioni per la scarsa democraticità che ha contraddistinto l’Assemblea Nazionale 2008 e l’elezione/nomina della Direzione Nazionale del PD.
L’ex Ministro della Difesa, insieme ad altri delegati, evidenzia la scarsa affluenza di delegati (570 contro i 2770 eletti alle primarie). La qual cosa renderebbe nulla l’assemblea, perché priva del numero legale, necessario, ai fini di qualunque determinazione o votazione. La Finocchiaro, rispondeva che nessun quorum era previsto. Dimostrando che oltre a non saper leggere politicamente il proprio territorio elettorale, non conosce neanche la carta statutaria del partito che rappresenta (Art. 4 comma 2 dello Statuto del PD: “Il Regolamento è approvato dall’Assemblea nazionale con il voto favorevole della maggioranza assoluta dei suoi componenti.”). Resasi e conto della gaffe, la deputata siciliana con il sostegno di Franceschini, forniva una spiegazione più lapidaria: “sono cavilli, in tutti i partiti si fa così…” (resoconto tratto dal Blog di Gad Lerner).
Ci si può interrogare a lungo sulle ragioni della sconfitta elettorale reiterata, del Partito il cui principale esponente è Veltroni. Per descriverlo come lui faceva con Berlusconi. Basta non voler veramente cercare delle risposte. Altrimenti sembra difficile non riconoscere in questo atteggiamento tutti i sintomi della malattia che affligge, in ugual misura, tutta la politica italiana, PD non escluso. L’arroganza.
Come poter, ragionevolmente, credere che, l’accusa di cronica e conclamata refrattarietà di Berlusconi agli istituti democratici, alle norme ed alle regole, possa essere onestamente mossa da altri soggetti che, non meno, dimostrano la medesima sordità nelle proprie regole interne?
L’elettorato, un tempo di centrosinistra, oggi pare orfano di quel dibattito onesto e franco. Della pratica quotidiana della democrazia. Il decisionismo ed il preconfezionamento degli organismi esecutivi della linea di partito, sembra diventato patrimonio di ciò che rimane del vecchio PCI. In tal senso l’accusa che gli viene mossa. di essere diventato la nuova Democrazia Cristiana, sembra essere confermata.
Così le correnti interne, sono dipinte, non come espressione di dibattito e democrazia, ma come minatorie dell’autorità costituita. Tra le fila veltroniane, la logica berlusconiana del “non disturbare il manovratore” e del “lasciatelo lavorare”, sembra aver fatto più presa del “yes we can” di Obama.
Ecco che il proclama per un happening autunnale appare fuori tempo e presagio di un esito fallimentare. Ciò che Veltroni vuole contestare è attuale e concreto. Lui stesso ha più volte accusato il centrodestra di trascurare i problemi impellenti e quotidiani degli italiani, ma non dimostra maggior accortezza pensando che l’azione di contrasto possa attendere quattro mesi. A meno di non voler ritenere che in questo lasso di tempo prezzi, lavoro, sicurezza e quant’altro vengano congelati allo status quo.
Il viale autunnale che i pochi presenti all’assemblea nazionale, auspicano di voler percorrere numerosi, rischia di essere quello del tramonto. Ben diverso dal quadro “Il Quarto Stato” dipinto da Pellizza alla fine del ‘800, iconocrafia usata ed abusata dalla sinistra. Espressione di un popolo orgoglioso in marcia per i propri diritti. Il rischio è quello che la prospettiva si inverta inquadrando uno sparuto gruppo politico dirigente, che spalle curve attraversa una città deserta e non più disposta a seguire chi, solo a parole, rivendica maggiori diritti e democrazia.
Altri stanno raccogliendo fette di consenso dell’elettorato disperso. La diaspora del popolo di sinistra è appena iniziata. Con essa i suoi valori sono a rischio di estinzione. Anticamera di un revisionismo storico incipiente. Restando facili prede del nuovo credo unico del liberismo selvaggio e del capitalismo.
Walter si girò e vide solo l’ombra di se stesso.

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Se ho capito bene tu saresti d'accordo per una azione più decisa e immediata? Rimproveri a Veltroni di aver cercato un dialogo sulle riforme? Di essere caduto nella rete di Berlusconi? Caro Paolo la tua analisi è giusta, quando si vince tutti sono d'accordo, quando si perde.... la colpa è dell'allenatore. Io non capisco coloro che dovrebbero stare dalla mia parte, a siistra dico: se si fa una opposizione dura e pura, si passa per "sinistra antagonista", se si cerca il dialogo si viene rimproverati di "debolezza e ingenuità", non parliamo poi quando si arriva a governare, ci fosse stata una decisione di Prodi che è andata bene a qualcuno. Forse, e dico forse, noi italiani di siistra(quelli che si identificano oggi con l'opposizione) dovrebbero risolvere prima dentro di loro cosa vogliono dalla politica e poi... dare il mandato al "capo". Quelli di destra lo sanno bene cosa vogliono: comandare,"non fare prigionieri",apparire, come Ignaaaazio. Dei problemi dell'Italia "se ne fregano" ops... mi è sfuggito. La sinistra vuole un uomo solo al comando per poterlo criticare? Così le colpe sono tutte sue? Vedi Prodi tirato per la giacchetta da tutte le parti. Non so Paolo, a me sembra che gli italiani non abbiano senso civile e di appartenenza, non si sappiano assumere responsabilità (altrimenti non esisterebbe gente come Bertinotti prima e Mastella poi); che abbiano sempre bisogno di non penare, di riempirsi la pancia e di divertirsi. I latini dicevano panem e circenses. Berlusconi lo ha capito bene ha riempito le TV di veline e di promesse "non metteremo la mani nelle tasche degli italiani" e gli italiani (il 50% degli iscritti CISL per esempio) ci credono. Ci vogliono credere. Non vogliono pensare, hanno un DNA in cui "è normale" agire in maniera furba, e delle conseguenze delle furberie se ne fregano. Altrimenti non si spiegherebbero le auto in terza fila che bloccano il traffico. Per poi dire un pò schifati: "questo sindaco... i vigili.... gli altri...". Mi sa che siamo ancora alla frase di D'azeglio: "Abbiamo fatto l'Italia ora c'è da fare gli italiani". Ti faccio un esempio che mi deriva dall'esperienza. Dove lavoravo prima c'erano fotocopiatrici degne di qualsiasi tipografia megagalattica. Dove lavoro ora abbiamo una sbuffante macchina che fatica a tirare fuori una copia per fare un compito in classe. Non credo che i militari rinuncerebbero a un nuovo armamento per fornire le scuole di sufficienti risorse tecnologiche. Eppure a scuola vanno anche i figli dei militari. E' un esempio di come nessuno (senza colorazioni politiche) è disposto a rinunciare a qualcosa per una priorità che serva alla collettività. La risposta è sempre la stessa: "ma la priorità è la sicurezza". Ecco, la differenza tra chi oggi si adopera per "cambiare" le cose e chi no, è non avere paura dei cambiamenti. Chi va avanti da solo ti sembra uno che ha paura? Forse può sbagliare, ma è il destino dei coraggiosi sbagliare. Meglio sbagliare e ritrovarsi da solo con la propria ombra che non cambiare mai. Un caro saluto

Paolo Melis ha detto...

Sono fermamente convinto che il PD non sia in alcun modo rappresentativo della sinistra...
Sia per la violazione delle più elementari regole interne di democrazia, che ho evidenziato, sia per tantissimi altri casi in cui non ha dialogato ma si è reiteratamente messo prono alle esigenze di Berlusconi. Ti cito gli esempi più recenti:

No unanime (quindi anche con il voto del Pd) della giunta per le immunità alla richiesta di arresti domiciliari nei confronti di Di Girolamo (indagato per aver fornito dati falsi sulla sua residenza in Belgio per potersi candidare nelle liste riservate agli italiani all'estero).

Anna Finocchiaro ha aperto al disegno di legge per la sospensione dei procedimenti per le più alte cariche dello Stato: "Nessuna pregiudiziale di principio sul cosiddetto lodo Schifani", ha detto il capogruppo dei senatori del Pd

Sono del parere che cotanta sudditanza al PdL viene certamente ripagata come, a chi, in che misura? Possiamo escludere a priori e con certezza che ciò non abbia luogo all'insaputa degli elettori?

Anonimo ha detto...

qualcuno di sinistra ci sarà... se per sinistra intendi "rivoluzione" hai ragione! Infatti ti dicevo che anche quelli di sx parcheggiano in tripla fila... Ma Di Pietro è di sx? E cosa vuol dire oggi essere di sx? Intendevo dialogare su questo, non solo in negativo. Non credo basti dire che il PD non è di sx. Anche RED ha detto solo ciò che non è...mah! Si vede che c'è un vuoto di idee...

Paolo Melis ha detto...

Mi spiace che la mia risposta sia stata recepita male da te.
IL problema è che, mentre in passato la politica era una cosa che rimaneva oscura ed imperscrutabile ai più. Oggi la gente, se vuole, ha a modo di analizzare, sapere, capire, conoscere ciò che avviene dentro e fuori i palazzi.
Questo ha fatto si che l'operato dei parlamentari fosse sotto la lente.
Per cultura l'elettore medio di sinistra ha sempre assunto un atteggiamento analitico dell'operato dei propri rappresentanti. Ben note sono le interminabili discussioni anche nelle più piccole sedi di partito del PCI.
Questo atteggiamento riferito all'attualità ha posto il problema della politica dell'ulivo prima e del PD poi. La sconforta conclusione è che l'elettore di sinistra ha percepito come indistinguibili dalla destra le scelte politiche di coloro che aveva eletto. E non perchè queste scelte potessero essere giuste a prescindere.
Vicende come le telefonate di Fassino e D'Alema, hanno fatto intendere che i loro referenti non fossero gli elettori ma i gruppi di potere. La pervicace ricerca delle poltrone e la conservazione di posti di poter, vedasi le recenti vicende di Rutelli, hanno indotto a pensare che lo scopo fosse solo l'interesse personale e di pochi altri. Non già il bene comune (per citare lo slogan per il comune di roma).
In un mio post parlavo di Occam e di come insegnasse che la soluzione di un problema fosse quella più semplice.
Allora nella fattispecie serviva la semplicità di una classe politica che facesse un passo indietro. la semplicità di scelte strategiche elementari. Migliori servizi sociali, maggior trasparenza, presenza nel territorio e maggior democrazia interna.
Dirai che la mia è demagogia?
Forse, ma dietro sentenze come chi addita l'antipolitica e la demagogia delle proposte, si cela spesso il desiderio di chi pensa di sapere, lui e solo lui, ciò di cui ha bisogno il suo popolo.
Ma infondo dicevano così anche Stalin, Hitler, Mussolini, Ceausescu, Bocassa e, purtroppo, tanti altri.
Concludo. Ripartiamo dalla presenza nel territorio, non fittizzia o strumentale, ma reale.
Sai bene di cosa mi occupo e ho potuto apprezzare che, salvo alcuni casi incurabili, la maggior parte della gente apprezza l'impegno e l'onestà. E sa essere grata a chi li aiuta.
Chi lavora è troppo impegnato a farlo, per questo ha bisogno ed apprezza qualcuno che lo aiuti a farlo in sicurezza, serenità e tranquillità. Tornare nelle fabbriche e nei campi con l'umiltà di saper ascoltare e non di voler insegnare e spiegare.
Potrei andare avanti per molto con altrettanta "demagogia".
Ma tutto questo non è più patrimonio di un PD oligarchico difensore dei poteri forti e di una sinistra estrema snob ed elitaria.