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mercoledì 25 giugno 2008

Scuola “bell’Epoque”

Il Governo presenta, a fari spenti, la bozza del decreto in materia di "Disposizioni in materia di organizzazione scolastica". Annuncia ai sindacati del settore che, dall'anno scolastico 2009/2010, occorrerà aumentare il rapporto alunni/docenti di un punto. Attualmente siamo attorno a 9,1 alunni per ogni insegnante. L'obiettivo è quello di arrivare entro l'anno 2011/2012 a 10,1. Ossia più alunni in classe e meno insegnanti. Con un conseguente taglio di cattedre stimato dai sindacati attorno alle 62 mila unità, cui occorre aggiungere le 33 mila cattedre previste dalla Finanziaria 2008 del governo Prodi incrementate di altre 6 mila unità per una "interpretazione" dell'attuale governo sulla manovra 2008. In tutto 101 mila cattedre in meno. Cui si aggiunge che, entro l'anno scolastico 2011/2012, è prevista una riduzione pari al 17 per cento della dotazione organica di bidelli, personale di segreteria e tecnici di laboratorio. Sempre i sindacati valutano in 47 mila i posti che spariranno a causa della "revisione dei criteri e dei parametri per la definizione delle dotazioni organiche del personale Ata". Con la conseguenza che le scuole pubbliche avranno meno bidelli per vigilare gli alunni, meno addetti elle segreterie e meno tecnici presenti nei laboratori. Il risultato di questa politica sarà, una penalizzazione di tutte le attività scolastiche e formative degli alunni, con meno ore di lezione e attività didattiche.
Chissà chi spiegherà ai 300.000 precari della scuola che per loro non c’è prospettiva per la stabilizzazione, oppure ai genitori che facevano affidamento sul tempo pieno scolastico, che non ci saranno più insegnanti disponibili a garantire questa attività. Oppure agli alunni degli istituti tecnici che faranno sei ore in meno di lezione a settimana, che il loro programma di apprendimento sarà ridotto in percentuale corrispondente.
Forse il Governo era troppo occupato a bloccare i processi fino al 2002 oppure che maggioranza ed opposizione erano troppo occupate a dialogare per trovare un’ accordo sulla norma per la non perseguibilità delle alte cariche dello stato o a rigettare con voto bipartisan la richiesta di custodia cautelare nei confronti del Senatore Di Girolamo indagato per aver fornito dati falsi sulla sua residenza in Belgio per potersi candidare nelle liste riservate agli italiani all'estero. Ed i media sono troppo occupati a dare consigli per una normalissima calura estiva.
Si continua a sottovalutare l’importanza del sistema scolastico statale, per poi lamentarsi della fuga dei cervelli. Dietro una pretestuosa ricerca di efficientismo pubblico, ed ottimizzazione delle risorse, i figli dei più poveri, ma anche del ceto medio (scomparso dall’attenzione dei più ora che sono passate le elezioni), ossia la maggioranza degli italiani, rischiano di veder penalizzato il loro diritto ad un’istruzione. La cui conseguenza sarà un futuro nel mondo del lavoro con handicap.
Di fronte alla determinazione ed alla concorrenza di generazioni di giovani provenienti da altre nazioni i ragazzi italiani vengono abbandonati all’autoapprendimento, perché il sistema scolastico farà sempre meno fronte alle loro esigenze istruzionali. E non basterà neanche la determinazione dei più bravi, perché anche questi verranno penalizzati grazie alla revoca dei titoli di merito scolastici per l’accesso alle facoltà con numero chiuso. Oltre all’anemizzazione contestuale della consistenza delle varie borse di studio.
In un certo senso, Berlusconi diceva la verità, quando affermava che il Pdl è una monarchia e lui è il Re. Il paese in cui si sta precipitando è quello ottocentesco, in cui il censo, tornerà ad essere una discriminante per l’accesso all’apprendimento.
Avanti Savoia!

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Paolo, sottoscrivo parola per parola. L'arroganza della maggioranza è quella di parlare delle tre "I", (anzi quattro, ce ne ha aggiunta una la Gelini), e la gente annuisce e gongola. Senza sapere che le tre I significano: Ignoranza, Incompetenza, Ingiustizia, Intolleranza.

Paolo Melis ha detto...

Per completezza riporto un'agenzia sul tema.
Non credo ci sia molto da aggiungere.
(PRIMA) ROMA - Dichiarazione di Benedetto Della Vedova, presidente dei Riformatori Liberali e deputato del Pdl: Il fatto che sulla scuola (attraverso la riduzione degli organici) gravi una parte dei risparmi di spesa previsti nella manovra triennale costituisce non già un problema, ma una straordinaria opportunità. Uscire dalla logica dei “troppo insegnanti troppo poco pagati” è il primo e necessario passo per restituire la scuola (e chi vi lavora) all’orgoglio e alla consapevolezza del ruolo civile, che ad essa compete. Sul punto, il rigore del Ministro Gelmini è meritorio. In questo quadro, anche per la scuola, come per molti altri servizi pubblici, il recupero di efficienza passa attraverso l’introduzione di elementi di mercato. La “competizione” (con i suoi caratteristici incentivi e disincentivi) deve trovare spazio dentro scuola statale e, all’interno del sistema pubblico di istruzione, nel rapporto tra scuola statale e scuola privata. Questo problema non può essere risolto aumentando, in misura più o meno consistente, il contributo pubblico alle scuole private (confessionali o meno), ma deve essere affrontato mettendo in campo lo strumento del “buono-scuola”, cioè un meccanismo che affidi la selezione delle diverse “offerte di istruzione” alla scelta diretta e responsabile degli studenti e delle loro famiglie. (PRIMA)


Data: 25/06/08 12:15
Autore: AIA-COM