Ricordo ancora un Grillo d’annata, non ancora epurato dalla televisione, che ci raccontava prima
All’epoca rimasi colpito da come venivano affrontate le trasmissioni televisive di maggior successo, oltremanica. Rispettivamente le Soap Opera e le Telenovela. Beppe Grillo, e gli italiani con lui, ironizzava molto sulle dinamiche narrative di questo genere di prodotti. Trame scadenti che non arrivano mai ad una conclusione dell’intreccio narrativo, allungate al solo scopo di consentire agli sponsor di poter fidelizzare gli spettatori. La conclusione sembrava implicare che questo genere di prodotto non avrebbe mai potuto avere grandi chances di successo in Italia, a causa dell’elevato livello culturale della nostra televisione. Pochi anni dopo in italia ci fù l’avvento delle emittenti commerciali (allora chiamate libere o private). In pochi anni tre emittenti si conquistarono una grande fetta d’ascolti. Erano quelle di proprietà di un giovane e rampante imprenditore, Silvio Berlusconi. Proprio su questi canali ecco affacciarsi, anche da noi, prodotti come Soap Opera e Telenovela. Quello che sembrava inadatto diventava fenomeno di massa imprescindibile per le mattinate di ogni buona casalinga che si rispetti.
Sempre anteriormente alla caduta del Muro di Berlino (1989) era abituale ironizzare su certe manifestazioni democratiche tipiche di certi governi totalitari, spesso regimi dell’Est europeo.
Tant’è che nel modo di dire comune è entrato a pieno titolo il termine “maggioranza bulgara” ossia quei sistemi plebiscitari che producevano elezioni e votazioni all’unanimità, in contesti in cui non vi era possibilità legittima e garantita di dissentire dalle linee imposte da chi deteneva il potere ed il controllo delle assemblee. Gli speaker nostrani, con malcelata ironia sottolineavano l’elezione del Segretario Generale del Partito Comunista Sovietico (che di fatto assumeva su di se il governo dell’intera Unione Sovietica) con votazioni unanimi o prossime ad esso. Altrettanto sarcasmo era riservato al quotidiano La Prava (giornale del partito comunista sovietico e in quanto tale voce ufficiale del governo sovietico), per le modalità con cui annunciava gli esiti delle votazioni, riservando l’intera prima pagina, non solo alla notizia ma anche al testo integrale del discorso del segretario neoeletto. Nell’assoluta convinzione che eventualità di questo genere non avrebbero mai potuto trovare spazio ed applicazione al sempre colto ed evoluto popolo del bel paese.
Sabato scorso (28 marzo 2008) presso
Insomma dopo Dallas e Beautiful, è ancora lui a portare in casa nostra quanto di meglio il mondo sa offrire. Nonostante una proferita antiteticità con il comunismo, scopriamo che oltre alle dinamiche commerciali, spregiudicatamente più aggressive degli USA, sembra predilire anche i metodi “democratici” più in voga nell’ Unione Sovietica di Stalin e Breznev.
Non di meno in tempi meno recenti, poche settimane prima dell’invasione americana in Iraq, Saddam Ussein venne confermato presidente con il 100 % dei consensi. Giusto giusto lo stesso risultato del Cavaliere. Lungi dal credere che la sorte riservi a lui la medesima fine, è importante leggere come racconta
Il dubbio che assale, a questo punto, è che così come accade per le trame senza fine delle telenovela, anche questa “libera interpretazione della democrazia” sia senza fine alcuna. Anzi che, in un susseguirsi di improbabili colpi di scena si scopra che Mussolini non è morto, che Berlusconi è il figlio segreto di Napoleone, nonché legittimo pretendente al “Soglio di Pietro”. Bendetto XVI vive questi momenti con estrema e giustificata apprensione. I fedeli pregano per la loro guida spirituale, Papa Silvio I.