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mercoledì 27 agosto 2008

Il Conflitto di interessi è una palla, anzi, un …PALLONE!

Con l’asetticità del giocatore di poker e forse con una punta di rammarico, Adriano Galliani annunciava che gli italiani, privi di abbonamenti alla TV satellitare o al digitale terrestre, domenica non avrebbero, non solo visto, ma neanche sentito le radio-cronache del campionato di calcio di serie A.

Infatti ieri a fronte della richiesta per i diritti in chiaro di 70 milioni di Euro. “La Rai aveva fatto un'offerta complessiva di 30,6 milioni (600 mila per la Supercoppa, andata in onda ieri), dei quali 23,5 milioni fra serie A e B (20,5 per la serie maggiore, 1 milione per quella cadetta e 2 milioni per i diritti radiofonici). Per quanto riguarda, in particolare, gli highlights di serie A, la Rai ha offerto 7 milioni per l'esclusiva nella fascia oraria 13:30-22:30, pacchetto in cui non c'é concorrenza; e 13,5 milioni per quella fino a mezzanotte, cifra a quanto pare più alta di quella offerta da Mediaset (10 milioni) e più ricca anche rispetto ai 10 milioni complessivi (5 dalla Rai e 5 da Mediaset, rispettivamente per la Domenica sportiva e Controcampo) che sarebbero stati incassati dalla Lega per quella fascia lo scorso anno”.

Da quel momento il tam-tam mediatico è partito con alcune sottili differenze. La Rai sottolineava che l’accordo, non si era raggiunto, per ora, non escludendo che a breve questa vertenza avrebbe potuto essere ricomposta.

Mediaset, invece, tramite le sue testate, proclamava che, se gli italiani avessero voluto vedere il calcio in TV, avrebbero dovuto pagarsi un abbonamento, senza dar margini di sorta alla trattativa.

Ora la cosa che dà da pensare è che Galliani rappresentava la Lega Calcio, ma è anche al vertice della squadra di cui Silvio Berlusconi è presidente, il Milan, che guarda caso è proprietario anche delle reti Mediaset, le quali da settimane hanno avviato una campagna pubblicitaria molto aggressiva, per proporre ai propri telespettatori l’acquisto di un’abbonamento per vedere il Calcio sui canali a pagamento del digitale terrestre.

Evidentemente dal punto di vista di questi soggetti, testè menzionati, c’era tutto l’interesse di portare la trattativa ad questo punto. Ben consci del fatto che ciò spinge gli indecisi a sottoscrivere abbonamenti MedisetPremium che altrimenti non avrebbero sottoscritto.

Se a ciò aggiungiamo che lo stesso Berlusconi è presidente del Consiglio, e il consiglio di amministrazione della Rai è composta da uomini di sua fiducia. Ci vengono in mente quelle telefonate “imbarazzanti” tra i dirigenti delle due aziende e tra l’allora direttore generale della Rai, Agostino Saccà e il Cavaliere. Oppure che, basta recarsi in un qualunque centro commerciale per scoprire che buona parte dei decoder per il digitale terrestre, prodotti in gran parte da aziende riconducibili a Paolo Berlusconi, fratello di Silvio, offrono anche la scheda MediasetPremium.

Allora ci ricordiamo immediatamente che il problema del conflitto di interessi è lungi dall’essere un tema superato e che in ognidove si ripropone.

Per questo, forse, dietro la “maschera” del Galliani (inspiegabile portavoce, in quanto non riveste alcuna carica nella Lega Calcio, a meno di non voler immaginare un defilarsi di tutti gli altri lasciando che fosse lui ad emettere la sentenza proprio perché ritenuto “Deus ex Machina” di questo fallimento), non si può escludere una sua interiore soddisfazione, forse non dissimile da come Teocoli usava riproporlo dopo un goal del Milan.: “Ma vieniiiii!!!”

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