Dopo le elezioni sarde ed il tracollo del PD, si è assistito alla corsa sul carro del vincitore inneggiando al premier “gladiatore” sempre vincitore basta che ci “metta la faccia”. Tralasciando l’ironia che si è sprecata su questa immagine. Sarebbe giusto tornare sul ruolo che l’informazione (ed anche il suo contrario) ha svolto in questa vicenda.
In effetti l’associazione tra la vittoria e la sua faccia è più che fondata. Ben esemplificata da quanto rilevato dal centro di ascolto di radioradicale, che ha riportato: “a Silvio Berlusconi, in
occasione della campagna elettorale per le elezioni regionali della Sardegna, i Tg nazionali hanno dedicato 1h 29’’. A Renato Soru i Tg hanno dedicato in totale 1’56’’, mai in voce”.
Insomma un presenzialismo assiduo ed a tratti ossessivo, ben sostenuto dai principali media locali, come L’Unione Sarda e Videolina. Da notare che quest’ultima si è distinta per una particolare avversione per il governatore uscente al quale in quattro anni di mandato non ha mai trovato il modo di dare spazio per una intervista.
Prima delle elezioni, però, eravamo nel campo delle ipotesi, ossia, tutto era subordinato ad un punto interrogativo. Tutto questo spiegamento di forze tra stampa e televisioni fino a che punto è concretamente in grado di incidere sul voto degli elettori sardi? Ora che abbiamo i risultati potrebbe essere la giusta occasione per cercare di comprendere queste dinamiche.
Come capita in molte realtà i quotidiani e le emittenti locali riscuotono grandi successi di vendita proprio in virtù della loro capacità di raccontare ciò che accade nell’area geografica più prossima al lettore che lo acquista. Sotto questo profilo
A causa di ciò, di fatto, nel capoluogo isolano domina, pressoché incontrastata, L’Unione Sarda ricca di cronaca locale delle province più meridionali, mentre, in quello sassarese
Durante la campagna elettorale appena svolta L’Unione Sarda ha dato vita ad un vero e proprio endorsement, scegliendo platealmente di sostenere il candidato di centro destra Cappellacci,
Tornando al quesito di cui si parlava in principio e risultati delle elezioni alla mano, constatiamo che a mentre nel sud ed in particolare a Cagliari la vittoria di Cappellacci è stata più netta. Di contro nel nord abbiamo avuto maggiore equilibrio, quando non una totale inversione di tendenza, come nel caso di Sassari dove Soru ha conquistato ben dieci punti in più nelle preferenze rispetto al suo avversario.
Sicuramente sull’esito del voto si possono fare le valutazioni politiche più disparate ma che insistono nella sfera dell’aleatorietà. Mentre dato oggettivo è che, dove gli elettori non hanno avuto alcuna possibilità di accedere ad una informazione equilibrata e, per quanto possibile imparziale, questi hanno dato la loro preferenza all’unico candidato sostenuto da Rai-Mediaset-Videolina-L’Unione Sarda, più altre testate a tiratura nazionale. Di contro dove l’informazione ha rotto il fronte pro Cappellacci, anche se limitatamente ad un quotidiano locale come
Per questo è ragionevole asserire che, ancora una volta, Berlusconi non ha mancato di dimostrare come, proprio a causa del suo strapotere su stampa e tv, il conflitto di interessi è un problema concreto e reale. Nonché tale da renderlo incompatibile con la carica istituzionale che ricopre da anni.
E ce lo ricorda anche in maniera spudorata dicendo che il suo candidato ha vinto solo perché la sua, e non quella di altri, purtroppo, è la faccia onnipresente quando ci si approssima ad una qualunque contesa elettorale.
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