L’ormai esule, Mentana è stato ospite alla Trasmissione l’Infedele di Gad Lerner su
A parte il fatto che una testimonianza simile in un tribunale avrebbe una valenza decisiva. Elevando chi la rende al rango di testimone chiave. Basti pensare alle testimonianze nei processi di mafia, rese dai “luogotenenti” dei Boss. Questo solo per dire che certe ammissioni non andrebbero mai e poi mai sminuite. Che starebbe alla controparte tutelarsi nelle sedi preposte chiedendone la correzione, pena l’implicita ammissione che esse rispondono alla realtà dei fatti.
Andando oltre tutto questo, è importante soffermarsi sul concetto dell’informazione il quale è strettamente connesso con quello della cultura. Partendo da quello che dice Mentana, emerge un disegno teso a cancellare il concetto di approfondimento informativo, a meno che esso non sia strettamente funzionale alle necessità propagandistiche dell’editore e di quanti da esso sono sostenuti. Insomma, in questo caso, più che di approfondimento si parla di “grancassa” informativa agli slogan di una parte politica.
In un quadro tale, teso a limitare la possibilità dei cittadini a formarsi un punto di vista differente da quello gradito nei “palazzi” del potere, anche la scuola e la formazione culturale sembrano destinate a soggiacere a certi presupposti. Non a caso, forse, il richiamo del Presidente Napolitano a rivedere il concetto dei tagli indiscriminati all’Università. Sebbene il problema delle riduzioni di bilancio riguardi tutto il settore scolastico.
Illuminante è l’approccio alle formazione degli alunni più giovani che si evince da alcuni aspetti dei programmi istruzionali della scuola d’infanzia e primaria. Analizzandoli si scopre che i metodi pedagogici (lungi dall’essere messi in discussione in questa sede) prevedono che l’apprendimento di alcune materie complesse e, più specificatamente, nozionistiche come la storia e la geografia vengano introdotte solo al terzo anno delle primarie. Giustamente anche perché è pacifico che gli alunni debbano prima possedere adeguati strumenti linguistici per poter poi accedere compiutamente a concetti più articolati.
Poi si scopre che, a causa dei tagli del Governo, anche altre materie saranno “procrastinate” in successivi anni scolastici, vedasi l’Informatica e l’Inglese. Una volta cavalli di battaglia della scuola dalle tre I , insieme all’ Impresa, propagandate da Berlusconi in una campagna elettorale di non molto tempo fa.
Si aggiunga che anche l’insegnamento della seconda lingua straniera non è destinato a miglior sorte, tanto da spingere alcune associazioni a proporre una “moratoria contro la 'pena di morte' inflitta dal Ministro Gelmini alla seconda lingua comunitaria come francese, spagnolo e tedesco”.
Dunque, riassumendo, ben si può comprendere come lo studio della storia, della geografia, dell’informatica e delle lingue non siano ritenute prioritarie nella formazione degli alunni più giovani.
Senza dubbio, si potrà desumere che quello che rimane del programma scolastico nei primi anni di scuola sarà di incommensurabile importanza ai fini dell’ imprinting culturale del bambino.
Per aiutarci ad identificare cosa questa maggioranza ritiene “architrave” della cultura e fondamenta della conoscenza ci viene incontro il comune di Milano che, recentemente, ha siglato un accordo sulla didattica delle scuole del capoluogo lombardo: Il Comune ha siglato un accordo con la diocesi per garantire l'insegnamento di religione in tutte le 175 scuole dell'infanzia, a tutti i 23mila iscritti. Finora questa opzione era distribuita a macchia di leopardo: in alcune scuole sì, in altre no. Le maestre erano 20 e dovevano coprire tanti istituti in quartieri diversi. Adesso le cose cambiano. Sono state assunte a tempo indeterminato 46 educatrici ad hoc: maestre segnalate e garantite dalla curia. Nessun concorso pubblico, come invece avviene per le altre educatrici, ma stipendio comunale, come il resto del corpo docente nelle materne. La cosa piace alla diocesi, che su questo aspetto pastorale e sulla conquista dei giovani punta molte delle sue energie. Piace parzialmente, invece, ai sindacati, soprattutto per la procedura seguita dal Comune.
Dunque la formazione religiosa è cattolica è ritenuta indispensabile e prioritaria su tutto, anche sulla lettura e scrittura, dato che essa sarà oggetto di lezione ben prima che i bambini incomincino a conoscere l’alfabeto. Non solo, nel programma didattico si può leggere la necessità di far confrontare all’alunno la differenza tra “verità religiosa” e “verità storica”. Peccato che il primo approccio degli studenti alla conoscenza del passato, fin dai tre anni, sarà con quanto riferito da testi come bibbia e vangelo. Quindi gli studenti si vedranno privati di ogni termine di confronto subendo una vera e propria “formattazione” culturale che li esporrà a credere che certi concetti religiosi abbiano inconfutabile validità storica e scientifica.
In questo quadro la questione che va posta riguarda il tipo di cultura che il centrodestra vuole dare al paese. Privandolo degli strumenti necessari a comprendere le dinamiche del presente, grazie ad un rigido controllo dei media, dopo averlo allevato nella concezione di una cultura religiosa da anteporre ad ogni altra conoscenza.
Questo appare un programma politico degno del “migliore” Iran. Il quale forma i suoi cittadini sulla base della sua “verità” di fede nelle Madrase. Il rischio è di trovarci a vivere, in futuro, quello che accadde alla Biblioteca di Alessandria quando il Califfo Omar ne decretò la distruzione sul presupposto che “In quei libri o ci sono cose già presenti nel Corano, o ci sono cose che del Corano non fanno parte: se sono presenti nel Corano sono inutili, se non sono presenti allora sono dannose e vanno distrutte”.
L’eretico Mentana forse era un’ostacolo al progetto del Califfo di Arcore che, forse, sta pensando bene si creare delle Madrase anche in Italia?
Post scriptum
Neanche a dirlo il comune di Roma decide di essere più ortodosso della "santa madre chiesa", stabilendo che tutte le mense scolastiche, i venerdì della quaresima, non potranno somministrare carne ai bambini. Dimostrandosi, in tal modo, cattolici da quattro soldi dato che non sono nenache a conoscenza della dispensa dall'astinenza dalle carni, oltre che per anziani e malati, anche per bambini e ragazzi fino ai 14 anni.
Se non si trattasse del Papa ci sarebbe da rispolverare il vecchio detto: "essere più Realisti del Re" (infatti essere più papalisti del Papa oltre a suonare male non avrebbe senso)