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mercoledì 5 novembre 2008

Quello che …i presidenti… non dicono.

Dunque, fiumi di inchiostro, non foss’altro perchè suona meglio di miliardi di bit, si stanno versando per commentare la vittoria di Barak Obama e la conseguente elezione del primo uomo di colore come inquilino della Casa Bianca.
Milioni di pagine si stanno riempiendo per descrivere questo momento e ciò che ha detto di fronte ai centomila di Chicago (al cambio italiano attuale valgono i tremilioni di Berlusconi e Veltroni).
Ma, forse, vista la straordinarietà dell’evento, è importante parlare anche ciò che non ha detto.
Nel passaggio del suo discorso in cui, riavvolgendo il filo della storia americana, ne ha riassunto i suoi passaggi salienti dell’ultimo secolo, partendo dal “new deal” di Rooswelt proseguendo per la lotta al Nazismo passando per lo sbarco sulla luna per finire al crollo del muro di Berlino.
Tutti elementi che hanno un posto di primo piano nella nostra memoria tranne che per un “piccolo” vuoto, che tale non è in quanto è stato in grado di riempire il nostro orizzonte impedendoci di scorgere qualunque cosa oltre di esso, negli ultimi sette anni.
Infatti, il neo Presidente degli Stati Uniti, ha omesso di citare ciò che ha reso il mondo attuale quale esso è. Possiamo credere che esso reputi gli eventi dell’ 11 settembre 2001, meno rilevanti dello sbarco sulla luna?
O forse questa omissione è un’apertura verso la sospensione del giudizio, su un’evento drammatico su cui si è basata tutta la politica del suo predecessore ma che ancora troppi interrogativi senza una giusta risposta solleva tutt’oggi.?
Non ci sono elementi sostanziali per rispondere a queste domande, per ora, sebbene si potrebbe intravedere una volontà di andare verso un mondo meno dominato dalla paura per la presunta minaccia di un male, tanto assoluto quanto imprendibile e mutevole, al punto da spingere molti a dubitare della sua esistenza, ameno nei termini e nelle forme in cui ci è stato descritto fino ad oggi.
Diceva Orwell che le guerre sevono a consumare il surplus di risorse prodotte dalla società, che, altrimenti distribuite, ridurrebbero il gap tra ricchi e poveri, inducendo questi ultimi a rivendicare ruoli di maggior responsabilità nel governo del mondo, facendo vacillare gli equilibri che hanno consentito a chi a governato fin ora di continuare a farlo in futuro.
Obama sarà, dunque, un “Grande fratello” più ammaliatore ed ingannevole di quanto non sia riuscito ad essere fin’ora, George W. Bush, oppure ne sarà un acerrimo nemico, esponendo, di conseguenza, se stesso come possibile obbiettivo di eclatanti minacce?
Infondo, Bush congratulandosi con Obama lo ha invitato a godersi questo momento e, visto chi formulava un simile auspicio, il tutto assume un che di inquietante, sia per lui, che per gli U.S.A., che per il modo intero.
www.fainotizia.it

2 commenti:

Annachiara ha detto...

Adesso dovranno cambiare i parametri di sicurezza di Echelon: chissà quanti terroristi si chiamano Barak...

Paolo Melis ha detto...

@ annachiara
magari sarà sufficiente inserire come parametro di ricerca i termini
Bush e Chenney...
sono di meno ma molto più pericolosi.... ;-)