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martedì 9 settembre 2008

La poetica di Stranamore

Alle volte le notizie suscitano curiosità più che per il loro contenuto, per quello che non dicono.

Ieri (8 settembre 2008) La Repubblica sul suo portale ce ne ha dato un lampante esempio, la notizia si presentava con una serie di dieci foto (una è quella di fianco) ed una sola didascalia come quella che segue: Suggestivo test militare in Corea del Sud. Un Phantom F-4E è stato portato dentro un hangar a Seosan,a 150 chilometri da Seul, ed è stato congelato per testare la resistenza delle strumentazioni e delle armi alle temperature estreme. In poco tempo un manto di ghiaccio ha avvolto l'aereo.”.

Il giornale relega il tutto ad una semplice “suggestione” più degna di una cartolina di auguri natalizi che di una cronaca di un test di alta tecnologia militare.

Cero appare alquanto curioso che la prestigiosa testata non abbia voluto approfondire il fatto sia in considerazione dell’oggetto del test, ossia un caccia militare, sia per la dislocazione geografica ove esso si è svolto, la Corea del Sud.

Partiamo dalla prima osservazione - che, già di per se, doveva destare quantomeno la curiosità, che si pensa sia imprescindibilmente connaturata con ogni giornalista degno di questo nome, a meno di non voler immaginare gli attuali protagonisti del quarto e quinto potere alla stregua di semi-annoiati impiegati passa-carte – a quanti sarà capitato volando con un normale aereo di linea, una volta raggiunta la quota di crociera (di solito intorno agli 8-10.000 metri) di sentire la voce del comandante che illustrando la situazione climatica esterna riferisce di una temperatura inferiore ai -30° centigradi. Infatti, grado più, grado meno, le temperature a quelle quote è tale e scende vistosamente salendo di quota. Per conforto di coloro che vivono il volo è bene sapere che i moderni velivoli sono strutturalmente preparati per condizioni simili. In genere il loro limite si aggira intorno ai -50° C temperatura che si può registrare negli strati superiori dell’atmosfera nei quali un jet non è in grado di volare perché a quella quota non è presente sufficiente ossigeno per far funzionare un normale motore a reazione. Dunque, tornando alla notizia l’aspetto curioso è capire dove dovrebbe volare il caccia fotografato e del quale si vuole appurare la capacità dei computer e dei sistemi d’arma di poter funzionare a condizioni di bassissima temperatura. L’industria aerospaziale ci suggerisce che l’elettronica funziona anche nello spazio – a temperature ben più basse dei meno cinquanta di cui si parlava – ma sappiamo che sono i motori che non funzionano a quelle quote, per cui la deduzione ci suggerisce che certe condizioni estreme dovrebbero concretizzarsi più in basso. Ora, la Corea subisce un clima tipicamente continentale, le cui temperature medie al suolo, in condizioni normali, mediamente non scendono sotto i -10 gradi.

Quindi, siamo in uno spettro d’impiego decisamente lontano dai limiti di funzionamento di un normale jet, figuriamoci un sofisticato caccia militare - quello nella foto, per la precisione, è un F4 Phantom datato come progetto, ma nelle altre foto del servizio è possibile vedere un più moderno F16 Falcon – allora che senso ha impiegare ingenti risorse per un test del genere?

Questi segnali dovrebbero indurre ad andare alla fonte della notizia per capire meglio di cosa stiamo parlando.

Facendo questo, si scopre che l’agenzia di stampa del Kuwait, KUNA, esprime meno romanticismo e colore ma, dà qualche dettaglio in più rispetto alla cronaca italiana. Difatti ci riferisce che: La Corea del Sud ha inaugurato un nuovo centro di sperimentazione per velivoli. Lunedì (N.d.R. 8 settembre 2008) dove il suo esercito sarà in grado di misurare le capacità operative di aerei e carriarmati in condizioni di clima estremo. (…) La struttura del costo di 91,2 miliardi di dollari è la seconda più grande del mondo dopo quella degli Stati Uniti. (…) essa è dotata di una camera climatica per test in differenti condizioni meteo ed una camera anarcoide dove gli equipaggiamenti saranno testati per stabilirne la resistenza a differenti emissioni elettromagnetiche. La struttura è stata realizzata in cooperazione con l’Agenzia di Difesa e Sviluppo e dalla azienda aeronautica Boenig, nel quadro di un programma collegato all’acquisto di 40 caccia F15K da parte di Seoul. La Boeing ha finanziato gli equipaggiamenti della camera climatica ed anaecoide, per un valore di 35 milioni di dollari. (…) Un altro spazio di test sarà aggiunto per il 2015 con nuove strutture, inclusi un centro per il test di impulsi elettromagnetici ed una sezione test dei radar per sviluppare le capacità stealth (N.d.R. sistema di occultamento ai radar)”.

Dunque alcune cose certamente interessanti sono venute a galla. Ossia che non solo vengono testati i diversi sistemi d’arma alle basse temperature ma anche qualora investiti da emissioni elettromagnetiche. Si da il caso che queste condizioni siano fenomeni che si manifestano durante e dopo le esplosioni nucleari. Infatti, tra i tanti devastanti effetti di un’esplosione nucleari vi è, sia l’impulso elettromagnetico in grado di mettere fuori uso componenti elettronici per un vasto raggio, sia il così detto “inverno nucleare” causato dalle particelle di materia carbonizzata, dalle polveri radioattive e da qualsiasi altra sostanza in grado di alzarsi nell'aria, causate dall’esplosione, che andrebbero a costituire, grazie ai venti, uno scudo impermeabile ai raggi solari tale da far precipitare le temperature nell'atmosfera, inducendo una sorta di nuova glaciazione.

Insomma sembra che la partnership Corea del Sud – USA sembra stia studiando la possibilità di poter conservare il proprio potenziale bellico ben dopo un ipotetico olocausto nucleare. Trascurando le implicazioni morali di un mondo, prossimo alla regressione all’età della pietra, anche secondo il pensiero di Albert Einstein, i cui leader, invece di pensare a salvare i pochi disperati che sopravvivrebbero, si ostinano pervicacemente a combattersi tra loro.

Certo nell’ottica del prevenire è meglio che curare, logica vuole che, se si decidesse di impiegare ingenti risorse dei contribuenti, tralasciando altre priorità, l’imminenza di tali evenienze, per alcuni potrebbe essere poi non così remota. Certo la spada di Damocle dovuto al vicino simbiote della Corea del Nord, induce a non trascurare la logica della deterrenza. In tal senso anche i 40 modernissimi caccia F15K di ultima generazione, sviluppati appositamente per Seul, i cui primi due esemplari sono stati consegnati già nel 2005, offrono le più ampie garanzie di poter colpire il vicino ingombrante.

Così come per Israele, la scelta USA di sostenere, con poderose iniezioni di tecnologia e know-how militare, anche l’estremo sud-est asiatico, espone al rischio di destabilizzare are del globo il cui equilibrio è tanto precario quanto essenziale per impedire l’implosione e il precipitare di eventi verso scenari incontrollati. Esempi del passato ne sono le ingerenze nel medioriente, dove il conflitto Iran-Iraq fu pesantemente influenzato da USA e URSS, le quali al termine del conflitto lasciarono due governi autoritari e repressivi, ormai lautamente foraggiati e dotati di tecnologia bellica, poi utilizzata contro gli ex-alleati pigmaglioni.

In un contesto simile dà da pensare un recente articolo pubblicato sul New York Times, che descriveva un spy story con tanto di manuale per costruire bombe atomiche in giro nel mercato nero internazionale, riportando “che l’ingegnere Friedrich Tinner e i suoi figli Urs e Marco (N.d.R. custodi per anni di questo manuale) sono stati per anni in rapporti con i servizi americani, una sorta di spie svizzere assoldate dalla CIA per creare problemi all’interno delle rete clandestina del trafficante internazionale pakistano Khan, noto pioniere del contrabbando di armi atomiche in Libia, Iran e Corea del Nord.”.

In conclusione è concreto il rischio che qualcuno abbia svolto un ruolo decisivo da entrambe le parti della barricata, ed ancora oggi operi scelte tendenti più a destabilizzare scenari internazionali che sembrano correre sul filo del rasoio che a svolgere la funzione di mediatore.

Tutto ciò senza che il buon cronista romantico di Repubblica scorgesse null’altro che la sua poetica suggestività, degna del Dottor Stranamore.

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