QUESTO BLOG SOSTIENE IL
COMITATO PER IL RICONOSCIMENTO DEI DIRITTI COSTITUZIONALI AI MILITARI
Perchè una Democrazia non può dirsi compiuta se non è stata capace di estendere tutte le sue regole e garanzie, fino in fondo a tutti i cittadini, anche quelli in divisa.

per informazioni ed adesioni scrivere a paolomelis66@yahoo.it



lunedì 22 settembre 2008

La colonna infame dell’informazione

Qualche giorno fa, Ilvo Diamanti in un suo articolo, rifletteva sulla correlazione tra, il crescente consenso che viene accreditato al Governo Berlusconi e la delusione per tutto lo stato delle cose che riguarda la loro vita. In qualche modo egli si meravigliava, infatti scriveva: “E' un po' sorprendente che la delusione, tanto diffusa nella società, non produca sfiducia nel governo e, in primo luogo, nel premier. Eppure in passato aveva sempre funzionato l'equazione: più delusione meno consenso a chi governa”. Prosegue la sua analisi evidenziando come di fatto il detto “Piove! Governo ladro” si sia invertito a beneficio dell’attuale esecutivo e della maggioranza che lo sostiene.

Dissertando lungamente circa il modo in cui questo ribaltamento si sia concretizzato, conclude con un laconico invito alla speranza: “Per fare opposizione occorrerebbe, al contrario, spingere la delusione più in là. Generare speranza, non nuove illusione. Ma la speranza è un attributo del futuro. E il futuro, per ora, è solo una speranza. Pardon: un'illusione, che in pochi si ostinano a coltivare”.

In realtà, quanto sostenuto, avrebbe ragion d’essere in una condizione normale, priva di elementi destabilizzanti, ciò darebbe ragionevolmente adito a credere che una forza politica e sociale che proponesse speranza potrebbe riscuotere successo tra la gente. Però, come i problemi scientifici necessitano di discernere tra la loro applicabilità in condizioni ideali e le variabili della realtà pratica, così l’excursus di Diamanti si mantiene in un alveo di teoricità che non tiene conto fino in fondo di un grave elemento perturbante della sua “equazione”, ossia “Delusione uguale Consenso”. Diceva Lavoisier, nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma, così come una reazione chimica ha bisogno di essere bilanciata, anche l’assunto proposto dall’articolo di Repubblica, necessita di definire quali elementi nuovi fanno si che si inverta il rapporto facendo portando la delusione popolare ad incrementare il consenso per il Governo.

Proprio per questo e, forse perché parte in causa nell’articolo, l’autore omette di evidenziare che l’elemento perturbante, oltrechè causa primaria di questa anomalia, è lo stesso sistema sistema a cui lui appartiene, ossia quello mediatico, reo di prestarsi quale cassa di risonanza agli slogan governativi e di non svolgere quella minuziosa azione di verifica di quanto troppo spesso annunciato “urbi et orbi”.

Infatti, negli ultimi anni, abbiamo potuto assistere ad una dinamica per cui i temi portanti della comunicazione di massa venissero indicati per lo più dai comunicati stampa ed annunci, rilasciati di volta in volta dalla coalizione del centrodestra. Grazie al grande controllo esercitato da essa su larga parte di stampa e TV. In tal modo il messaggio diramato, di volta in volta, assumeva la funzione di indirizzare l’opinione pubblica su posizioni più favorevoli, indicando sempre in altri le responsabilità per le negatività che si frapponevano al mantenimento delle promesse elettorali del suo leader. Oppure svolgevano la funzione di imporre altre priorità al paese, più marginali, al fine di evitare di affrontare nodi cruciali di difficile risoluzione, che esporrebbero l’Esecutivo al rischio reale di vedere, in tal caso, diminuito il consenso.

Come una rinnovata “colonna infame” di Manzoniana memoria, oggi i media si prestano a svolgere il ruolo della "donnicciola” del popolo, Caterina Rosa, che allora svolse la funzione di testimone chiave per condannare a morte due presunti “untori” rei di diffondere la peste nella Milano del 1630, pur di non esporre l’amministrazione dell’epoca alle rimostranze di un popolo che cercava delle responsabilità oggettive alla peste che si abbattè sui milanesi.

Oggi si cercano capri espiatori nella magistratura, nei Rom, nei sindacati e in chiunque altro sia semplicemente di opinione diversa da quella della maggioranza. Lanciando continuamente nuovi allarmi e successivamente proclamandone la risoluzione, in un susseguirsi di annunci il cui effetto è assicurato dalla pronta disponibilità dell’informazione pubblica, che qualora tenti di svolgere un ruolo di approfondimento e verifica subisce le “intimidazioni” di un sistema sempre pronto a sedare i diversamente pensanti, come Carlo Rota (condannato per stampa clandestina, casualmente dopo la sua attività di denuncia alla mafia), Emiliano Fittipaldi, Gianluca Di Feo e al collaboratore Claudio Pappaianni (i quali subivano due ispezioni della Finanza a seguito di due reportages sulla gestione dei rifiuti in Campania e sullo sbarco a nord del clan dei Casalesi e delle commistioni della malavita con imprenditori del nord e con politici campani).

Tutti rei di aver voluto svolgere quella funzione che è propria di qualunque buon reporter il quale deve: “rispettare, coltivare e difendere il diritto all'informazione di tutti i cittadini; per questo ricerca e diffonde ogni notizia o informazione che egli ritenga di pubblico interesse, nel rispetto della verità dei fatti e con la maggiore accuratezza possibile.

Il giornalista ricerca e diffonde le notizie di pubblico interesse nonostante gli ostacoli che possono essere frapposti al suo lavoro. E' un suo dovere compiere ogni sforzo per assicurare una dimensione pubblica alle notizie di interesse generale e per garantire al cittadino la conoscenza e il controllo degli atti pubblic” (tratto dal codice deontologico dei giornalisti).

Forse, nel 2008, saranno questi i nomi dei nuovi untori apposti sulla targa ai piedi di questa nuova colonna. Non certo quelli dei loro colleghi pronti a girare lo sguardo altrove dove da “altri” indicato ed ordinato.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Ciao Paolo, che bel post. Ilvo Diamanti avrebbe necessità di conoscere questa tua analisi, che condivido pienamente.Credo che tutti siamo consapevoli che la responsabilità della "insoddisfazione" sia anche personale,e gli italiani che sono "piccoli", "immaturi", come i miei alunni di prima media, danno la colpa sempre a qualcun'altro delle loro mancanze. Gli alunni alla mamma che si è dimenticata di mettere il quaderno nello zaino, e gli italiani ai diversi, rom, neri, cinesi etc.

Anonimo ha detto...

Caro Eley,
purtroppo nell'immaginario collettivo della maggioranza degli italiani(cioè i sostenitori di questo governo),i messaggi mediatici percepiti,hanno creato alcune catene associative difficili da rimuovere:

a)gli insuccessi politici dell'attuale maggioranza,sono la conseguenza del precedente malgoverno di centro-sinistra

b)qualsiasi tipo di opposizione politica e culturale(sindacati,associazioni dei consumatori ecc.)costituisce un intralcio all'operato del governo e un danno ai cittadini

c)i successi conseguiti,cioè la sparizione (momentanea) della "monnezza" e il "salvataggio Alitalia"(con modalità ambigue),sono da attribuire al genio manageriale di chi ci governa...

Del resto,la storia ci insegna che è più facile ottenere e mantenere il consenso politico in presenza di un "capro espiatorio" o un "demone" da esorcizzare.E così Hitler individuò negli Ebrei il "male" della Germania e il Duce fece altrettanto con gli scioperi sindacali;i"soviet" misero alla gogna gli aristocratici con i latifondisti e,attualmente, sono da deprecare tutti quelli che,rivendicando libertà di parola e di pensiero,sono definiti "comunisti" o "cattocomunisti"...
Purtroppo,se la Corte Costituzionale non si pronuncerà nel senso sperato eil Referundum fallirà i suoi obiettivi,chi non vorrà chinare la testa dovrà pensare seriamente all'espatrio...
Un caro saluto da Cinzia M.Corsini

Paolo Melis ha detto...

@Lella
grazie, ma temo che Diamanti, nell'improbabile ipotesi che dovesse leggere quello che scrivo, a stento si tratterrebbe dal querelarmi... altro che complimenti... che poi siano i bambini a far da scarica barile, poco male, il guaio è quando a farlo sono gli adulti.

@Cinzia
visto il quadro generale temo che per quanto io mi impegnerò in prima persona per il referendum, la sua sorte infausta è segnata alla nascita. I media lo ignoreranno invitando i cittadini a trovar di meglio da fare.
Invocando il diritto all'invito all'astensione. Cosa del quale il centro destra sardo si è lamentato quando questo penalizza il referendum promosso da loro contro la legge salvacoste di Soru.
Sarebbe bello sapere una volta per tutte se invitare all'astensionismo è legale oppure no. Ma, si sa, ai furbi più di tutti fa comodo l' in-certezza del diritto.