QUESTO BLOG SOSTIENE IL
COMITATO PER IL RICONOSCIMENTO DEI DIRITTI COSTITUZIONALI AI MILITARI
Perchè una Democrazia non può dirsi compiuta se non è stata capace di estendere tutte le sue regole e garanzie, fino in fondo a tutti i cittadini, anche quelli in divisa.

per informazioni ed adesioni scrivere a paolomelis66@yahoo.it



sabato 18 aprile 2009

Democrazia di comodo

Sembra che il caos più grande del terremoto abruzzese sia andato a ripercuotersi sui tre referendum per la modifica del sistema elettorale. In effetti la cosa era tutt’altro che prevedibile. Di fronte ad una tragedia simile ci si aspetta quello che tutti quelli che hanno proferito l’intento “tutti uniti nell’interesse delle vittime” non si limitino alle parole. Purtroppo molti sembrano lungi dal voler concretizzare nei fatti quanto promesso.

La crisi finanziara che impedisce un congruo stanziamento di risorse per la ricostruzione delle aree colpite dal sisma aveva indotto molti ad avanzare la richiesta di accorpare i referendum alle elezioni europee. In tal modo si avrebbe potuto conseguire un significativo risparmio di spesa da poter utilmente reimpiegare là dove era più necessario.

In effetti la richiesta non era nuova, già da tempo si sosteneva questa proposta, sempre invocando l’inutile dispersione di risorse, dai più stimata in oltre 400 milioni di euro.

Ora la contigenza sismica ha aumentando la consistenza dell’opinione pubblica favorevole all’accorpamento elettorale ed alla contestuale destinazione delle risorse risparmiate ai terremotati. La maggioranza divisa tra la sua coesione interna e l’apparire unica artefice della ricostruzione sembra subire il colpo. Infatti, sembra sciogliersi come neve al sole la tesi di parte della maggioranza parlamentare, per cui l’unificazione di referendum ed elezioni fosse giustificata dal fatto che le norme non consentano questo abbinamento.

Il problema di fondo è ormai chiaro, se questo referendum dovesse essere fatto in concomitanza delle elezioni europee, si raggiungerebbe agilmente il quorum. Rendendo valido l’esito della consultazione. Ergo quanti sono contrari ai quesiti sono altresì consci che di fatto il semplice fatto di validare la votazione implichi anche l’automatica vittoria dei si e quindi l’abrogazione delle norme cui essi fanno riferimento. Per farla breve una minoranza dei politici sa che una maggioranza degli italiani vuole una cosa e l’unico modo di impedire che questi possano veder riconosciuta la propria volontà è quello di impedirgli di votare boicottando la consultazione referendaria.

Secondo questa logica democratica di comodo, sembra muoversi questa maggioranza. Come se dicessero: “noi non vogliamo sapere cosa volete, noi vogliamo solo che voi diciate quello che vogliamo sentire, come e quando vogliamo noi”. Insomma la piena e spontanea libertà di essere d’accordo col Governo, nulla di più, nulla di meno.

Il dissenso va soffocato ed estirpato. Nessuna rilevanza ha la verità oggettiva dei fatti, l’unica cosa che conta è che quello che deve essere riferito deve essere strettamente necessario e funzionale agli scopi di alcuni.

In questo solco si muove la vicenda della puntata di Anno Zero sul terremoto in Abruzzo, con Santoro accusato di aver infranto quel fronte della solidarietà che implicava anche una sostanziale acriticità sui comportamenti delle istituzioni prima e dopo il terremoto.

Le polemiche che ne sono scaturite in realtà si sono concluse con un nulla di fatto. Perché se nel corso della trasmissione si fossero fatte delle accuse gratuite e lesive di alcuni soggetti coinvolti, nulla impediva di intraprendere le via legali per la tutela dei diffamati. Nessuno ha di fatto dimostrato l’infondatezza di quanto denunciato dalla trasmissione nel suo complesso. L’unica conseguenza è stata la sospensione di Vauro per una sua vignetta.

Ancora una volta nessuna reale ricerca della verità ma semplicemente atteggiamenti repressivi della libertà di espressione. Colpire al solo scopo di intimidire. Colpirne uno per educarne cento.

Così ne va di mezzo la satira, che storicamente è stata sempre caustica ed irriverente di vivi e morti.

Eppure la memoria corta di alcuni sembra aver cancellato l’approccio differente alla satira da parte di quanti oggi sembrano scandalizzarsi per il disegnatore toscano. Basti pensare a quanto furono diverse le posizioni del centrodestra sulla vignetta che ironizzava su Maometto pubblicata sul quotidiano danese Jyllands-Posten, per la quale si scatenò una crisi diplomatica con molti paesi di cultura islamica. Allora le posizioni di critica furono molto più tenui anzi più d’uno disse che si trattava solo di satira. Addirittura Calderoni, allora Ministro, indossò una maglietta con la vignetta incriminata, provocando “una manifestazione di protesta a Bengasi contro la pubblicazione delle note vignette satiriche. I manifestanti si stavano dirigendo verso il consolato italiano, unica rappresentanza di paese occidentale in città, quando sono stati fermati dalla polizia che ha energicamente represso la manifestazione evitando che venisse raggiunta la sede del Consolato.

Proprio alla base di questa vicenda si ricollega la nomina del danese Rasmussen a Segretario Generale della NATO, fortemente osteggiato dalla Turchia. Il Foglio scrive sul tema: Proprio il coraggioso rifiuto di Rasmussen di “giustificare” di fronte al mondo islamico un atto di libera satira, come le vignette su Maometto, la sua difesa del diritto di espressione, soprattutto la sua negazione di un “diritto” dei paesi musulmani di sentirsi irritati per una presunta offesa all’islam e di averne spiegazioni hanno costituito un nuovo “scandalo” per Erdogan, che ha mandato in crisi la Nato, che ha dovuto rimandare di un giorno la scelta. (…). Di peso è stato anche l’avvertimento del commissario europeo all’Allargamento Olli Rehn: “La posizione turca è un presupposto negativo alle sue aspirazioni a entrare nell’Ue perché in essa la libertà di espressione è un valore fondamentale”. La Nato, insomma, ha negato ai paesi musulmani il diritto a rappresentare ritorsioni per quel che vittimisticamente chiamano “Islamofobia”.

Ieri come oggi, la satira sembra essere l’utile strumento per giustificare ritorsioni politiche. Grimaldello per rivendicare posizioni di maggior potere e prestigio, salvacondotto per imporre regole repressive della libertà di opinione. Chi può dire cosa sia più offensivo tra i cimiteri abruzzesi e il rispetto per la figura del profeta Maometto? Eppure entrambe sembrano essere stati utilmente sfruttati per conseguire migliori posizioni politiche e diplomatiche. Non già dagli autori delle vignette in questione ma da quanti si sono stracciati le vesti perché da queste offesi.

Chi continua a pagare sempre e comunque il dazio è la libertà di espressione dei cittadini, sia nell’urna referendaria sia sulla pagina di un giornale.

Se fondamento di ogni indagine poliziesca che si rispetti è il “cui prodest” (a chi giova) non v’è dubbio che in tutta questa vicenda l’unico soggetto che ne trae comunque giovamento è il potere politico che aggiunge un nuovo mattone a quel muro che si sta innalzando intorno alla libertà d’espressione.

4 commenti:

Laura Raffaeli ha detto...

se qualche terremotato ha detto la sua è stato ad annozero, sennò fanno parlare l'arcivescovo o qualche sindaco.. la verità non si deve sapere in italia, nel resto del mondo invece non solo ci criticano per il disastro voluto (quantomeno per la sabbia al posto del cemento e i 4 mesi di scosse..) ma anche perché non ci sopportano più in europa con le nostre pseudosolidarietà, le nostre bugie in tv, la nostra ignoranza, i nostri politici che hanno dato solo 1000 euro anziché un'intera mensilità! dico "nostri" per dire che appartengono a questa nazione in cui risiedo, ma con cui non c'entro niente e prendo le distanze, io mi vergogno di essere italiana, infatti dico sempre: sono romana.. come del resto molti leghisti ci tengono a dire che sono del "mitico" nord est... mi vergogno delle frasi sparate da un "premier" che pensa alle vacanze al mare e ai campeggi, così come mi vergogno dello zerbinamento nei confronti del vaticano che comanda sempre di più, ciao buona domenica

flo ha detto...

Uff... siamo solo topi in trappola :(

154 ha detto...

Si inalberano fino a chiedere di chiudere un programma, come ai tempi dell'editto bulgaro; si innalzano ad unici difensori delle radici cattoliche della cultura occidentale, risultato: 11 morti a Bengasi per aver indossato una T-shirt. Ci cambiano le carte in tavola per non farci dire quello che pensiamo (D’Alema, Bocchino, Maroni), il referendum era già stato rinviato lo scorso anno; Fanno quello che vogliono, ci fanno dire quello che più li soddisfa, li aggrada (gli italiani vogliono quello che diciamo noi), senza preoccuparsi di ribadire il contrario di quello che hanno appena finito di dire! Come ci riescono? Due possono essere le ipotesi o gli italiani hanno altro a cui pensare oppure hanno poca memoria storica! Comunque sia siamo messi proprio bene!

Paolo Melis ha detto...

@Blindsight
Il paradosso è che l'ultima che dovrebbe vergognarsi sei proprio tu...

@Flo
...ed il problema è che il formaggio se lo mangiano gli altri...

@154
credo che il sistema di mediatico mondiale sia tale che nessuno si preoccupa della coerenza di certe notizie... contando sulla ben nota distrazione delle persone che guardano, ascoltano e leggono con il cervello ben... scollegato...