Ormai gli italiani si stanno abituando. La riservatezza impera in ognidove. Nulla è dato sapere, tantomeno comprendere. Anche gli stessi interessati ed attori devono rimanere all’oscuro delle scelte che governano il Paese.
Così come gli affiliati della Carboneria, in qualità di adepti, non potevano conoscere fino in fondo gli scopi ultimi della loro fraternità. Che venivano rivelati solo col progredire nella scala gerarchica. Così abbiamo un’ Italia impossibilitata a comprendere ciò che è negli intenti di chi governa se non tramite quel poco che l’Esecutivo permette di fuoriuscire. Un Parlamento di “adepti” idonei solo a votare ma non a discutere compiutamente i contenuti di norme composte da centinaia di pagine. Passando per commissioni che, prive di tempi consoni per una loro analisi approfondita, approvano a colpi di maggioranza, ma suggerendo una quantità di correttivi tali da far sorgere ampi dubbi sulle ragioni ha hanno indotto ad esprimere favore al testo precedente. Non bastasse uno stesso Governo che si contraddice in una sola notte, formulando altrettante pagine di correttivi, tali da chiedersi il perché di una prima stesura che dice molte cose e di una seconda che le rinnega in buona parte. Ma tutto ciò non è dato sapere. Migliaia di parole dette, cancellate, riscritte da non si sa bene chi. Forse burocrati ignoti che, in perfetto stile carbonaro, tramano nell’ombra all’insaputa di tutti. E’, infatti, difficile credere che oltre 600 pagine di testo del decreto sulla manovra economica (oggi in discussione) abbiano potuto essere riscritte ed analizzate dagli stessi Ministri che le presentano.
Ma tutto deve essere celato, nulla deve trapelare, che siano telefonate o incontri. Fin’anche sedute parlamentari. A breve, di questo passo è lecito attendersi un quadro normativo segreto.
Di questo passo, un bel giorno, ci si potrebbe trovare i Carabinieri alla porta:
“lei è in arresto..”
“per quale motivo, di grazia…?”
“questa informazione è riservata, non è dato rivelarglielo, ma il governo garantisce che è tutto secondo norma…”
Così avviene che, mentre i politici cercano di creare un’ombrello di garanzia sempre più ampio ed omnicomprensivo per se stessi. Che li escluda da qualunque conseguenza nefasta per le loro azioni. Ai semplici cittadini non è permesso sapere quali norme vengano approvate e perché. Anche se queste stravolgono continuamente la loro vita. Agli stessi Parlamentari, eletti appositamente in rappresentanza dei cittadini predetti, è impedito discutere approfonditamente ciò che attiene larga parte della vita del Paese.
A questo punto si tolgano tutte queste perdite di tempo e questo sperpero di denaro pubblico.
Si istituisca un Gran Consiglio, che legiferi norme immediatamente esecutive.
Ma forse questo l’avevamo visto già da qualche altra parte…?!
www.fainotizia.it
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COMITATO PER IL RICONOSCIMENTO DEI DIRITTI COSTITUZIONALI AI MILITARI
Perchè una Democrazia non può dirsi compiuta se non è stata capace di estendere tutte le sue regole e garanzie, fino in fondo a tutti i cittadini, anche quelli in divisa.
per informazioni ed adesioni scrivere a paolomelis66@yahoo.it
giovedì 17 luglio 2008
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2 commenti:
Caro Paolo, il tuo post è davvero terribile. Ho paura che ci avviamo verso il "passato".
spero tanto di sbagliarmi...
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