Dopo la vicenda Travaglio-Schifani di qualche tempo fa, tutti i media e tutta la politica aggredirono i presunti giustizialisti di Grillo & Co., dicendo che: "con questo avevano perso qualunque credibilità (ammesso che ne avessero mai avuta)", ciò nonostante un banalissimo passaparola ha prodotto in pochi giorni una piazza piena come quella di Piazza Navona. Ora i critici dicono ancora una volta che con certe affermazioni si sono bruciati il sostegno di quei pochi che li seguono.
I presenti potranno confermare che le ovazioni a Grillo, Travaglio e Guzzanti hanno raggiunto il massimo, proprio sui temi più contestati in seguito.
L'impressione è che, l'isterismo e la virulenza di certi attacchi mediatici, sia tanto più forte quanto più si radichi il dubbio e la preoccupazione che, in realtà il movimento si espanda e sottraendo quote di consenso ai conformisti della politica.
In uno stato laico e democratico nessuno è aprioristicamente esente da critiche. Che sia Papa o Presidente. Tutti i sovrani della storia umana ammettevano spazi di critica anche triviale e aspra, per concedere una valvola di sfogo al popolo. Mentre oggi assistiamo ad un nascondersi dietro il dito di presute volgarità, pur di non ammettere la sostanzialità e l’inconfutabilità, delle accuse mosse dalla piazza. Che invece è costretta ad vedere “baciamano di stato” da parte del Presidente del Consiglio, oppure udire la seconda carica dello stato offrire, indebitamente, la solidarietà di tutto il paese (perché nell’esercizio delle sue funzioni) ad un sovrano straniero, definendolo improprimente con un subalterno e poco laico “santo padre”.
In realtà quello a cui stiamo assistendo sembra sempre più la trasmutazione del paese in uno stato teocratico, sia per ciò che riguarda la religione, sia per la divinizzazione delle alte cariche dello stato e dei politici.
Tanto viene criticato l'Iran quanto si tende ad assomigliargli sempre più.
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venerdì 11 luglio 2008
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